Compagni di università a Oxford, l’ inglese Hugh Legat e il tedesco Paul Von Hartmann sono entrambi diplomatici. Si ritrovano a Monaco nel 1938 in occasione dell’incontro tra Adolf Hitler, deciso ad annettere al Reich la regione dei Sudeti, e il primo ministro inglese Neville Chamberlain, disposto a molte concessioni pur di mantenere la pace in Europa. All’incontro partecipano anche Mussolini e il francese Daladier.
Legat riceve da Hartmann, membro attivo della resistenza antinazista, un documento segreto che dimostra la malafede di Hitler, e la consegna a Chamberlain. Invano, come sappiamo fin troppo bene. Ma il giudizio della storia resta sospeso. L’Inghilterra poteva fare di più per arginare le minacce tedesche, o aveva ragione Chamberlain, che riteneva prioritario guadagnare tempo per prepararsi all’inevitabile conflitto?
“Monaco – Sull’orlo della guerra” è un film del tedesco Christian Schwochow da poco disponibile su Netflix. La trama ricalca fedelmente quella del best seller “Monaco”, che Robert Harris ha pubblicato nel 2017 privilegiando la sua vena di storico professionista su quella più nota del romanziere di successo. Nel film, come nel romanzo, non mancano la tensione e i colpi di scena, ma l’ambientazione e i personaggi, a parte i due protagonisti, sono reali, ed è con angoscia che lo spettatore segue una vicenda drammatica e dall’esito scontato.
Neville Chamberlain è interpretato da Jeremy Irons, efficacissimo nel tratteggiare la figura di un politico disposto a passare per ingenuo pur di ottenere il suo vero obiettivo. Allo scoppio della guerra, però, il comportamento arrendevole gli costerà il posto, e sarà sostituito da Winston Churchill. George MacKay è Hugh Legat, Jannis Niewöhner il tormentato Von Hartmann. Ulrich Matthes, che è diventato noto interpretando Goebbels nel film “La caduta, gli ultimi giorni di Hitler” è un Hitler non molto somigliante, ma luciferino quanto basta.
gbg