Suicidio in diretta

Addirittura due film quest’anno hanno ricordato la figura di Christine Chubbuck che nel lontano 1974 fu la prima presentatrice televisiva a suicidarsi in diretta. Un fatto ormai dimenticato ma che due anni dopo ispirò il regista Sidney Lumet che con Network (Quinto potere) vinse l’Oscar con grandissimi interpreti:  Peter Finch, William Holden, Faye Dunaway, Robert Duvall. Ma questo lo sanno tutti.

Giusto quindi interrogarsi oggi: cosa resta di quel suicidio in diretta? I tempi e i modi dell’informazione sono cambiati, ma forse solo nelle tecnologie.
Così il nome di Chubbuck è tornato prepotentemente alla ribalta nel 2016 con un film in concorso al Torino Film Festival(Christine di Antonio Campos) e con il documentario “Kate plays Christine”, diretto da Robert Greene.
L’attrice Kate Lyn Sheil interpreta se stessa che deve documentarsi su Christine per un prossimo film su di lei. In preparazione al ruolo, Kate va a Sarasota (Florida) per scoprire quanto più possibile su di lei. Sulla WXLT-TV (tv locale, oggi affiliata alla ABC) Christine Chubbuck conduceva il talk-show del mattino, Suncoast Digest. Pochi i colleghi di allora con cui parlare, quelli di oggi neppure sanno chi fosse. Per interpretarla, Kate inizia a studiare gli abiti, poi la capigliatura, infine le lenti a contatto, per occhi che da azzurri diventano marroni. La produzione la segue passo dopo passo e a poco a poco Kate inizia a diventare Christine. Si documenta sulle armi, sui vari tipi di pistola. Legge ovviamente le cronache dell’epoca ma di registrazioni su nastro ne sono rimaste pochissime. Suncoast Digest andava in diretta e non veniva registrato, quella mattina insolitamente la giornalista chiese che lo fosse. Quella cassetta esiste ancora, il vecchio proprietario si rifiutò di venderla nonostante le richieste da parte dei grandi network. Oggi la conserva la vedova, gelosamente custodita, forse persino ossidata e quindi inservibile.
Kate vuole capire e andare oltre quello che ha scoperto. Christine aveva una vita privata instabile, non aveva aveva ancora trovato un compagno. Emerge che il suicidio era dovuto anche a problemi personali. Ma nelle ultime parole pronunciate prima dello sparo critica l’emittente che privilegia la cronaca con il sangue perché fa presa sul pubblico, a scapito della qualità delle notizie.
Kate Lyn Sheil è portentosa. Il risultato è un documentario efficace e intrigante. Dicono che sia meglio della fiction di Campos.

Riccardo Caldara

Potrebbero interessarti
LEGGI

Cinque giorni un’ estate

La montagna ispira i film maker. Ma sono  pochi i film sulla montagna che escono dal circuito dei festival…
LEGGI
Il materiale e l'immaginario
LEGGI

Il materiale e l’immaginario

“La conoscenza di Remo Ceserani risale alla fine degli anni Settanta. Con Lidia De Federicis avevamo progettato una storia letteraria per le scuole superiori di nuovo genere, per la quale era necessario individuare un coautore capace e disponibile. Proprio in quegli anni la rivista Belfagor presentava interventi diversi sul modo di affrontare l’insegnamento della letteratura. Quello proposto da Ceserani si avvicinava molto alle nostre aspettative. Decisi di interpellarlo, e…
LEGGI
LEGGI

Il ritratto di James Lord

Gli amanti dell’arte non lo perdano. Presentato al Torino Film Festival, The Final Portrait di Stanley Tucci racconta…
LEGGI
LEGGI

Assassinio sull’Eiger

Il terzo film scelto per la nostra rassegna è Assassinio sull’Eiger, titolo originale The Eiger Sanction, diretto e interpretato…
LEGGI
LEGGI

Evviva i sottotitoli

Si sono appena spente le luci – anzi, si sono appena accese in sala dopo il “The End” – del…
LEGGI
LEGGI

L’uomo che giocava

Per chi ha voglia di cercare, e di conoscere, le montagne custodiscono tesori inaspettati. E in montagna si scoprono…
LEGGI