Il ritratto di James Lord

Gli amanti dell’arte non lo perdano. Presentato al Torino Film Festival, The Final Portrait di Stanley Tucci racconta alcune settimane nella vita del pittore e scultore Alberto Giacometti. Nel 1964 il giovane scrittore americano James Lord, tra l’altro biografo di Pablo Picasso e dello stesso Giacometti, si reca a Parigi per incontrare il suo amico artista. Giacometti è già all’apice della fama e i suoi lavori producono bigliettoni su bigliettoni. Il ménage dello scultore svizzero è quello di un bohémien: studio e casa affacciate sullo stesso cortiletto, sigaretta perennemente accesa, vino, Annette una moglie molto trascurata, Caroline una giovane prostituta come modella-amante il cui protettore batte continuamente cassa da Giacometti, peraltro poco interessato ai soldi. Lo studio è condiviso con il fratello Diego, scultore e disegnatore pure lui, ma meno esuberante di Alberto.
Allo scrittore americano Giacometti propone di posare per un quadro. Una cosa di pochi giorni perché James Lord deve ripartire per gli Stati Uniti. Iniziano le sedute, continuamente interrotte da pranzi al bistrot e da passeggiate in uno dei cimiteri parigini. Il quadro prende forma, tuttavia Giacometti è così scontento del risultato che con un grosso pennello lo cancella e chiede a Lord di rinviare la partenza. Il ritratto viene continuamente rifatto e cancellato, così lo scrittore deve cambiare diverse volte la prenotazione del viaggio. Stanco dei rinvii, l’americano si mette d’accordo con Diego e blocca il pennello di Alberto quando si accinge a cancellare il quadro ancora una volta. Insieme lo convincono che quella è la versione più bella e così il sodalizio tra i due si interrompe. Anche il ritratto parte per un’esposizione a New York. Lord e Giacometti rimangono in contatto epistolare fino alla morte dell’artista avvenuta pochi mesi dopo.
The Final Portrait è importante perché delinea l’atmosfera nella quale lavorava il genio svizzero, con le sue passioni, l’esaltazione e nello stesso tempo la frustrazione della creatività. La regia è di Stanley Tucci, più popolare per la sua lunghissima carriera di attore (La regola del silenzioLe regole del caosIl caso Spotlight). L’interprete è l’ancora una volta straordinario Geoffrey Rush (La migliore offerta) la cui somiglianza con Giacometti è impressionante. Gli altri attori sono Armie Hammer (James Lord), Clémence Poésy (Caroline), Sylvie Testud (Annette), Tony Shalhoub (Diego Giacometti). Già presentato fuori concorso alla Berlinale 2017, sarà distribuito da BIM.
Qui un breve filmato di Christies relativo al quadro Portrait of James Lord.

Riccardo Caldara

(dal blog www.riccardocaldara.net)

Potrebbero interessarti
LEGGI

Cinque giorni un’ estate

La montagna ispira i film maker. Ma sono  pochi i film sulla montagna che escono dal circuito dei festival…
LEGGI
Il materiale e l'immaginario
LEGGI

Il materiale e l’immaginario

“La conoscenza di Remo Ceserani risale alla fine degli anni Settanta. Con Lidia De Federicis avevamo progettato una storia letteraria per le scuole superiori di nuovo genere, per la quale era necessario individuare un coautore capace e disponibile. Proprio in quegli anni la rivista Belfagor presentava interventi diversi sul modo di affrontare l’insegnamento della letteratura. Quello proposto da Ceserani si avvicinava molto alle nostre aspettative. Decisi di interpellarlo, e…
LEGGI
LEGGI

Assassinio sull’Eiger

Il terzo film scelto per la nostra rassegna è Assassinio sull’Eiger, titolo originale The Eiger Sanction, diretto e interpretato…
LEGGI
LEGGI

Suicidio in diretta

Addirittura due film quest’anno hanno ricordato la figura di Christine Chubbuck che nel lontano 1974 fu la prima…
LEGGI
LEGGI

Evviva i sottotitoli

Si sono appena spente le luci – anzi, si sono appena accese in sala dopo il “The End” – del…
LEGGI
LEGGI

L’uomo che giocava

Per chi ha voglia di cercare, e di conoscere, le montagne custodiscono tesori inaspettati. E in montagna si scoprono…
LEGGI