“La conoscenza di Remo Ceserani risale alla fine degli anni Settanta. Con Lidia De Federicis avevamo progettato una storia letteraria per le scuole superiori di nuovo genere, per la quale era necessario individuare un coautore capace e disponibile. Proprio in quegli anni la rivista Belfagor presentava interventi diversi sul modo di affrontare l’insegnamento della letteratura. Quello proposto da Ceserani si avvicinava molto alle nostre aspettative. Decisi di interpellarlo, e andai a incontrarlo a Pisa. Fu subito intesa e da allora iniziarono incontri periodici a Torino che si protrassero felicemente per anni. Ne uscì un’opera monumentale ove si pensi che fino ad allora l’uso contemplava l’adozione di soli tre volumi nel triennio superiore. Il Materiale e l’Immaginario – il titolo fu opera di Remo – constava invece di otto volumi, cui seguirono due volumi di “manuale”. Una rivoluzione, e anche una scommessa editoriale vinta. Quello con Remo fu certamente tra gli incontri più felici della mia lunga carriera editoriale. La sua disponibilità umana era pari all’acutezza dell’ingegno. La sua amicizia è stata un dono inestimabile e prezioso. La sua fine – imprevista e feroce – una perdita inaccettabile”.
Così Maria Laura Gardoncini, già direttore editoriale Loescher, ha ricordato Remo Ceserani, scomparso improvvisamente a 83 anni. Intellettuale a tutto campo, attivo in Italia e all’estero, ha allargato gli orizzonti della letteratura comparata che era la sua disciplina accademica. Lo ha fatto per sé e per gli altri, grazie a una sconfinata cultura, una grande curiosità per il mondo e a non comuni doti di docente. Il libro scritto a quattro mani con Danilo Mainardi , “l’uomo, i libri e altri animali. Dialogo tra un etologo e un letterato”, è una delle tante dimostrazioni della sua poliedricità.
Ceserani era simpatico, aperto, disponibile al confronto. E rigoroso, come sa chi ha avuto per le mani “il materiale e l’immaginario”, l’opera monumentale pubblicata insieme a Lidia De Federicis per la casa editrice Loescher di Torino sul finire degli anni Settanta.
Destinati agli studenti delle superiori, i dieci volumi de “Il materiale e l’immaginario” furono molto di più di un manuale scolastico. Proponendosi come “un laboratorio di analisi dei testi e di lavoro critico” cambiarono il modo di studiare la letteratura. E la loro fortuna editoriale dimostrò che la scuola italiana era viva e in grado di recepire le novità che arrivavano dagli ambienti più stimolanti della cultura europea.
Molte cose sono cambiate da allora. “il materiale e l’immaginario” ebbe diverse edizioni, alcune ridotte per adeguarsi alle mutate esigenze. Cinque anni fa è scomparsa Lidia De Federicis, la compagna di viaggio che aveva sperimentato nelle classi del liceo Gioberti di Torino il nuovo modo di lavorare proposto dall’opera. Ceserani non si era fermato e, sempre per Loescher, stava lavorando a una rivisitazione dell’opera in chiave contemporanea, che prevedeva un largo uso dei più avanzati strumenti informatici e multimediali. Il nuovo “Il materiale e l’immaginario” vedrà la luce senza di loro, ma il principio ispiratore resterà quello di allora.