Requiem per la Siria

di Maria Rosa Fabbrini – In Siria si continua a morire. All’orrore per le vittime uccise, torturate, sepolte vive, si accompagna una violenza apparentemente meno cruenta ma altrettanto terribile: la distruzione del patrimonio archeologico e artistico del Paese.

La città greco-romana di Apamea, del III sec. a.C.

Agosto 2008. Al tramonto, sull’altura che domina Palmyra, le mura del Qala’at-ibn-Maan (castello arabo) prendono un colore di fuoco. Lo sguardo spazia sulle imponenti rovine della città sottostante, sull’oasi e sul deserto che la circonda. Molta gente ammira lo spettacolo emozionante che con la sua bellezza sembra tenere lontani tutti i mali del mondo.

Un lancio Ansa di un paio di mesi fa informa: «L’esercito di Damasco ha messo sotto assedio Palmira, la città nota per le sue rovine archeologiche: l’assedio della zona, che l’Unesco ha nominato Patrimonio dell’Umanità, va avanti dal 4 febbraio, e i militari “sparano su tutto che si muove”. “Palmira è circondata da tutti i fronti: la cittadella araba, i boschetti di ulivi e i palmizi, il deserto, la città stessa”, ha raccontato un residente contattato telefonicamente. Le truppe si sono accampate nella cittadella che domina le rovine romane. “La pioggia di fuoco delle mitragliatrici colpisce tutto ciò che si muove tra le rovine, che pensano siano in mano ai ribelli”. Secondo altre fonti, centinaia di residenti sono già fuggiti».

Il grido d’allarme corre sul Web e, col passare delle settimane, di giorno in giorno la lista dei siti archeologici siriani pesantemente danneggiati dagli scontri armati in corso nel Paese si allunga: oltre a Palmyra,

Uno scorcio di Palmyra.

il Krak dei Cavalieri, la città greco romana di Apamea e la romana Emesa, le “città morte” del massiccio calcareo, l’imponente teatro romano di Bosra, un tempio assiro del tredicesimo secolo a.C., il museo di Hama e persino una chiesa ortodossa a Homs sono stati danneggiati, saccheggiati, distrutti come il ponte di Mostar in Bosnia, i Buddha di Bamian in Afghanistan, il museo di Baghdad.

Un appello alla comunità internazionale è stato lanciato da EuroMedHeritage (http://www.euromedheritage.net/euroshared/doc/appeal%20for%20the%20syrian%20heritage%20in%20danger%20-%20en.pdf)

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