Oggi parliamo di cinema. Picnic a Hanging Rock è lo straordinario film che nel 1975 fece di Peter Weir un regista di fama internazionale. Siamo nel 1900. Le ragazze ospiti di un severo collegio australiano partono per un picnic a Hanging Rock, una pittoresca formazione rocciosa circondata da una natura verdeggiante e ricca di animali selvatici. Tre di loro, insieme a una insegnante, scompaiono. Una quarta viene ritrovata in stato di choc, e incapace di spiegare l’accaduto. Il resto non ve lo racconto, anche perché il film è disponibile integralmente su Youtube, e vale davvero la pena di vederlo o rivederlo.
Come molti, all’epoca avevo pensato che la trama fosse ispirata a una storia vera. Ma recentemente ho scoperto che Weir era partito, rimaneggiandolo, da un romanzo della scrittrice australiana Joan Lindsay, pubblicato nel 1967 senza un capitolo finale che l’editore aveva considerato debole. Questo capitolo è ricomparso soltanto dopo la morte dell’autrice, senza troppa fortuna: non è mai stato tradotto e pochissimi lo hanno letto.
Hanging Rock, invece, esiste realmente. Il suo nome geografico è Monte Diogene e si alza per 718 metri sul livello del mare nello stato del Victoria centrale, a circa 70 chilometri da Melbourne. Tecnicamente è un mammellone, che si è formato oltre sei milioni di anni fa per la fuoriuscita di magma da un camino vulcanico. Oggi è al centro di una riserva che comprende anche una foresta, una pista per cavalli, e, manco a dirlo, aree attrezzate per i picnic.
Ma non è sempre stato così. Gli antichi abitanti della zona, i Wurundjeri, lo evitavano perché pensavano che fosse abitato da spiriti malvagi. E nel suo film Weir è stato davvero bravo a ricreare, con pochi mezzi e un gruppo di giovanissime attrici, l’atmosfera inquietante del luogo. Fantastica la colonna sonora, dominata dal flauto di Pan suonato dal rumeno Georghe Zamfir.
Victor Serge