L’edizione spagnola parte con la novità dell’allargamento del numero delle finaliste, da 16 a 24. La FIFA non può più dimenticare le compagini del ”terzo mondo calcistico” (Africa e Asia) che sono divenute oramai realtà. Manca l’Olanda vicecampione, vittima delle qualificazioni. L’Italia arriva in terra Iberica con la solita scia di polemiche, ci qualifichiamo alle spalle della Polonia di Boniek, con tre pareggi non esaltanti. Risulta decisivo il pari con il Camerun, che ci fa soffrire non poco. La squadra è nell’occhio del ciclone, la critica si sbizzarrisce, perciò di comune accordo i giocatori e Bearzot decidono di inaugurare il silenzio stampa.
La stella più attesa e più luminosa è l’argentino Diego Armando Maradona, che nella ”sua” Barcellona debutta da campione del mondo in carica. Un esordio amaro per il ”Pibe de Oro”: l’Argentina viene sconfitta dal Belgio per 1-0. I campioni passano lo stesso il turno insieme ai belgi.
Il Brasile, che si sente già campione, vince il proprio girone a punteggio pieno: è una nazionale fantastica che annovera campioni come Zico, Socrates, Falcao, Eder e Junior. Vanno avanti anche Francia e Inghilterra che non hanno problemi nel loro raggruppamento. Passano il primo turno anche gli spagnoli accompagnati dall’Irlanda del Nord. Combine presunta nel girone della Germania: l’Austria, già qualificata, si fa battere dai tedeschi a discapito degli infuriati algerini.
E siamo al secondo turno: quattro gironi da tre squadre ciascuno. La Francia aggira l’ostacolo con il suo calcio champagne: 2-1 sull’Austria e 4-1 sull’Irlanda del Nord. La Germania infrange il sogno di Inghilterra e Spagna e passa alle semifinali. Si qualifica la Polonia che fa fuori U.r.s.s. e Belgio nel proprio girone.
A Barcellona, stadio Sarrià, comincia il nostro capolavoro: siamo nel girone con Argentina e Brasile, sembriamo spacciati. La prima partita con l’Argentina è di pura sofferenza, Gentile bracca il genio di Maradona, Tardelli e Cabrini realizzano le due reti che ci fanno vincere. Il Brasile balla il samba contro l’Argentina: 3-1. Il mondiale di Maradona finisce nel peggiore dei modi: rifila un calcione al brasiliano Batista e viene espulso. A questo punto al Brasile basta un pari per qualificarsi alle semifinali. Comincia il mondiale di ”Pablito”: tre reti che gelano la torcida brasiliana, a nulla servono le reti di Socrates e Falcao. Siamo in semifinale, roba da non credere!
Restiamo a Barcellona, al Nou Camp affrontiamo la Polonia orfana di Boniek. Ancora Rossi ci trascina in finale con una doppietta. Paolo Rossi “Hombre del Partido”, così recita il tabellone dello stadio a fine partita. Epica sfida a Siviglia tra tedeschi e francesi: Platini guida i galletti che si portano sul 3-1. Ma la Germania non molla mai: la sfida finisce 3-3. I rigori premiano i tedeschi per la finale dell’11 luglio.
Stadio Bernabeu 11 luglio: Italia e Germania di fronte, l’inizio partita scivola via senza grandi emozioni. Al 24′ Conti si procura un rigore, sembra la svolta: Cabrini va sul dischetto, rincorsa e fuori! Non importa: niente ci può fermare. Arriviamo al 56′, e questa volta ci pensa Pablito che realizza sottomisura: 1-0. Dopo circa 10 minuti è Tardelli a raddoppiare con un tiro da fuori. Il suo urlo disumano, la sua corsa, tutto il paese sembra correre con lui. Chiude il discorso Altobelli, e Breitner che segna per i tedeschi quando la partita non ha più nulla da dire, 3-1 finale. Siamo sul tetto del mondo. Pertini è un ultra’ in tribuna, si sbraccia e esulta. Il ”silenzio” che ci ha portato in finale è spezzato finalmente dal grido di Martellini: ”Campioni del mondo, Campioni del mondo, Campioni del mondo!”
Marco Patruno