Storie mondiali, Francia 1938

Assegnata alla Francia l’organizzazione della terza edizione della Rimet. Solita formula a eliminazione diretta: 16 partecipanti. Dal Sudamerica giungono i giocolieri brasiliani, mentre la Germania, avendo annesso l’Austria, si presenta notevolmente rinforzata. Gli azzurri, ancora guidati da Pozzo, hanno curato la preparazione e il cammino di avvicinamento alla rassegna iridata.

L’Italia pesca al primo turno la Norvegia, sembra una passeggiata, ma non è così: i norvegesi ci costringono ai supplementari. E’ Piola a segnare il gol decisivo che ci consente di andare avanti.

Ai quarti ci attendono i francesi, che, storicamente, non ci amano: a Colombes il pubblico è ostile, e fischi e insulti accompagnano le giocate azzurre (siamo alla vigilia del secondo conflitto mondiale). Pozzo ha apportato modifiche sostanziali nella formazione: fuori Monzeglio, in difesa, e dentro Foni, inserendo anche Biavati per innescare il nostro uomo migliore: Silvio Piola. Colaussi porta in vantaggio gli azzurri al 9′ minuto, ma i nostri vengono raggiunti dalla rete del francese Heisserer 60 secondi dopo. Due stoccate di Silvio Piola affondano nella ripresa i “Coqs” per il 3 a 1 finale.

La vera novità del mondiale è il Brasile con il suo gioco brillante e spregiudicato: elimina la Polonia al primo turno con un rocambolesco 6-5. Ai quarti ha la meglio sulla Cecoslovacchia (2–1). Fra i brasiliani spicca il puntero Leonidas (capocannoniere a fine torneo con 8 reti ), detto “Homen de Borraccha”, uomo di gomma, per la capacità di assorbire le “carezze” dei difensori avversari. Va avanti la tradizione, e cioè l’Ungheria: 6-0 sulle Indie Olandesi e 2-0 sugli elvetici, che a loro volta agli ottavi hanno eliminato la Germania.

Alle semifinali approdano quindi: Italia, Brasile, Ungheria e Svezia. Gli ungheresi come da pronostico maltrattano gli svedesi (5-1). Ma l’attenzione è tutta rivolta a Marsiglia, dove si affrontano Italia e Brasile: è un’autentica corrida in cui ogni brasiliano la fa da matador.

Gli azzurri digrignano i denti e si battono con mirabile rabbia. Colaussi con una legnata fa 1 a 0. Al 60′ il buon Peppin Meazza trasforma il rigore che stende definitivamente il Brasile. I carioca danno di matto, gli azzurri si chiudono come da copione. A nulla serve la rete di Romeo per i verdeoro, L’ Italia è in finale pronta a sfidare a Parigi l’Ungheria.

Il Brasile si accontenta di maramaldeggiare nella finalina per il terzo e quarto posto con gli svedesi, risultato finale: 4 a 2. A Parigi va in scena la finalissima: gli azzurri colpiscono subito con il solito Colaussi, pareggia Titkos per l’Ungheria, ma è un fuoco di paglia. E’ una partita che ha poca storia, Piola e Colaussi portano a 3 le reti azzurre. Nella ripresa i magiari si rifanno sotto, e uno splendido tiro al volo di Sarosi si riapre la contesa. La difesa italiana regge benissimo e Piola all’82’ chiude la gara per il 4 a 2 finale. Memorabile anno sportivo quello del ’38: gli italiani hanno rivinto il titolo mondiale e da lì a poco Ginone Bartali trionferà al Tour de France.

Marco Patruno

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