Enrico Varrecchione è nato a Novi Ligure, vive tra l’Italia, la Svezia e l’Ungheria, traduce e scrive di sport. La sua ultima fatica letteraria, “Yankee ’46”, pubblicata da Epoké, racconta la storia dei Mondiali di calcio del 1946, che nella realtà non furono mai disputati. La cronaca, quella ufficiale, parla di un “buco” di ben 12 anni, da Francia ’38 a Brasile ’50. 12 anni senza mondiali, 12 anni in cui il mondo del calcio, ferito anch’esso dalla guerra, rischiò di rinunciare per sempre al torneo più bello. Yankee ’46 è un libro che non dovrebbe mancare nella biblioteca degli appassionati di sport e di calcio in particolare. A metà tra la cronaca e il romanzo, racconta la storia di un mondiale immaginario, ma dipinge un affresco appassionato, dove tutti i protagonisti dell’epoca, dai dirigenti ai calciatori, agiscono e si incontrano in un modo del tutto plausibile. Nel libro di Varrecchione c’e’ molta fantasia, come è giusto che sia per ogni invenzione letteraria. Ma ci sono soprattutto accurate ricerche storiche e una grande passione per il calcio, un calcio che proprio in quegli anni, tra le macerie del dopoguerra, ricomincia a scaldare il cuore dei tifosi: Rimet e la FIFA lavorano sodo perché si giochi subito un nuovo Campionato del Mondo. Le difficoltà però sono molte: chi avrà il coraggio di partecipare? Chi la forza di vincere? Di certo c’è solo che i Mondiali si giocheranno dall’altra parte dell’Atlantico. Tutto il resto non ve lo raccontiamo.
Marco Patruno
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