Spillover, il salto di specie

Spillover, del giornalista scientifico americano David Quammen, non è un libro che in questi giorni di emergenza si legge a cuor leggero. Quasi seicento pagine di accurate descrizioni delle peggiori infezioni virali passate dagli animali all’uomo facendo lo spillover, il salto di specie, lasciano il segno. Ma aiutano a capire quello che sta succedendo nell’attuale emergenza meglio di tanti confusi e contraddittori articoli di giornale e di alcuni raffazzonati instant book gettati sul mercato per sfruttare il momento. 

Il libro è stato scritto nel 2012, e Adelphi lo ha pubblicato in Italia nel 2014. Ovviamente non parla del coronavirus che oggi, nonostante un livello di mortalità tutto sommato basso, ci preoccupa e sta modificando le nostre abitudini.  Ma Quammen dimostra che un unico filo rosso lega epidemie come Ebola, Sars, Aids, Aviaria e molte altre infezioni meno note e altrettanto letali: tutte sono classificabili nella categoria delle zoonosi, ed è soltanto questione di tempo prima dell’arrivo della NBO, la “next big one”, che potrebbe davvero mandare in frantumi il nostro mondo. 

Nella miglior tradizione del giornalismo di inchiesta anglosassone, Quammen si basa su decine di colloqui con medici e ricercatori, entra nei loro laboratori di massima sicurezza, li segue sul campo nelle foreste e nelle baraccopoli africane, nelle giungle del Borneo, nelle megalopoli orientali e nelle desertiche distese australiane. Racconta di ecosistemi violati, di animali selvatici ammassati nei mercati e mangiati senza precauzioni, di allevamenti intensivi che diventano incubatoi di virus, di zecche e zanzare che colonizzano nuovi territori grazie ai cambiamenti climatici. 

Nonostante la mole, e grazie alla non comune capacità dell’autore di conciliare  il rigore scientifico con la chiarezza dell’esposizione, Spillover si legge tutto di un fiato, e  appassiona  come un romanzo giallo quando racconta le indagini degli scienziati sulle tracce dei pazienti zero, i loro tentativi di ricostruire le strade dei contagi in un mondo globalizzato e interconnesso, le strategie per contenerli. 

La speranza – dice Quammen – è che questi scienziati siano le nostre sentinelle, e che, quando il prossimo virus inedito farà il salto nell’uomo partendo da uno scimpanzé, da un pipistrello o da un’anatra, e magari riuscirà a passare da uomo a uomo, se ne accorgano e diano in tempo l’allarme. Quello che accadrà dopo dipenderà dalla scienza, ma anche dalla politica, dagli usi sociali, dall’opinione pubblica, dalla volontà di agire e da altri aspetti dell’umanità. Dipenderà da tutti noi.

Battista Gardoncini

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