Io non so se Elly Schlein riuscirà nel disperato tentativo di resuscitare il PD. Credo di non essere l’unico a nutrire seri dubbi, perché quel partito, anche nei momenti di massimo splendore, è stato penalizzato dalla impossibile convivenza di anime diverse unite dal collante del potere, e ha preferito adagiarsi nella conservazione dell’esistente anziché impegnarsi nella sua trasformazione. Con il pessimo risultato di allontanare da sé il suo elettorato di riferimento e di trasformarsi in quello che una felice sintesi ha definito il partito delle ztl e – aggiungo io – degli assessori.
Schlein ha davanti a sé una “mission impossible”. I tanti problemi del paese – lavoro, sanità, scuola e via elencando – sono aggravati dal fatto che abbiamo un solido governo di destra con le idee molto chiare su quali strati sociali sacrificare per uscire dalle difficoltà. E per di più, anche se facciamo finta di niente, siamo in guerra. Ce ne sarebbe abbastanza per fare tremare i polsi di qualsiasi leader politico che avesse alle spalle un partito coeso con un programma politico chiaro. Ma Schlein ha vinto le primarie “contro” il suo partito, che nella consultazione tra gli iscritti aveva dato una larga maggioranza all’usato sicuro di Stefano Bonaccini, nonostante gli occhiali a goccia e l’eloquio non propriamente brillante. Può scegliere di sopravvivere scendendo a patti con lui e con il corpaccione dei burocrati che lo hanno sostenuto. Oppure può cercare strade nuove, sapendo che li avrà tutti contro: gruppi parlamentari, eletti negli enti locali, funzionari di ogni ordine e grado.
Le prime avvisaglie ci sono già state, con il polemico addio dell’ex ministro Giuseppe Fioroni, che ha avuto sui giornali uno spazio sproporzionato alla statura del personaggio, e con le quotidiane dichiarazioni di Renzi e Calenda, che si consolano dei recenti disastri elettorali dicendosi pronti ad accogliere gli esuli di un PD troppo spostato a sinistra.
Si vedrà. Sembra che la prima uscita pubblica di Schlein segretaria avverrà a Firenze, in una manifestazione per la scuola convocata dagli studenti antifascisti dopo l’aggressione squadristica di alcuni militanti di destra davanti a un liceo. Il fatto importante è che a questa manifestazione è stato invitato anche il leader dei Cinque Stelle Giuseppe Conte e a nessuno sfugge che quello del rapporto con i Cinque Stelle è un nodo politico fondamentale, da sciogliere al più presto. Lo dice il buon senso, e soprattutto lo dicono i numeri: soltanto da un rapporto non conflittuale tra i due partiti, infatti, può nascere una coalizione in grado di combattere ad armi pari con una destra divisa su tutto, ma capace di presentarsi unita davanti all’elettorato.
Battista Gardoncini
1 comment
Mi trovo d accordo con quello che scrivi. Lascianola lavorare e vediamo.ritengo il metodo d elezione della segreteria sbagliato.se vogliamo le primarie il voto solo alle persone iscritte.
Italo Mattavelli