L’ultimo oggetto del contendere della nostra politica è il MES, che non è un aperitivo, ma il Meccanismo Europeo di Stabilità. Molto semplificando, è un fondo che ha come obiettivo primario la stabilità finanziaria della zona euro, e presta denaro a tassi vantaggiosi agli stati a rischio di dissesto. In cambio, però, chiede stringenti garanzie sul varo di riforme atte a risanare i conti pubblici, senza troppe preoccupazioni per le loro conseguenze sociali.
Dopo il Covid il MES ha previsto anche linee di credito per finanziare interventi sul sistema sanitario. Per l’Italia sono in ballo circa 30 miliardi di euro. Senza contropartite, sostengono coloro che spingono per richiederli. Con una sostanziale perdita di sovranità, secondo chi è contrario. Tra questi c’è anche il presidente del consiglio Conte, convinto che l’Italia sia in grado di trovare le risorse necessarie per superare le difficoltà senza ricorrere a prestiti che comunque andrebbero restituiti. L’ambiguità dei documenti ufficiali non aiuta a dipanare la matassa, anche perché non ci sono precedenti. Nessun grande paese europeo colpito dal Covid è ricorso al MES, e alcuni, come la Spagna e il Portogallo, hanno detto esplicitamente che non lo faranno.
A me pare, però, che il nodo sia un altro. Dando per scontato che, con o senza il MES, occorreranno soldi per sostenere il sistema sanitario, come verranno spesi questi soldi, e che garanzie abbiamo che non vengano sprecati? Andranno al settore pubblico penalizzato da anni di politiche dissennate o a quello privato che da quelle politiche è stato beneficiato? Si punterà su faraoniche rianimazioni, come è accaduto a Milano con l’ospedale in Fiera, dove ci sono i letti ma mancano i medici, o sui sistemi di monitoraggio e di prevenzione che stanno facendo acqua da tutte le parti? Li gestirà lo stato, o andranno alle regioni, nonostante tutte le figuracce che alcuni presidenti stanno inanellando? Che cosa accadrà con i vaccini, quando e soprattutto “se” arriveranno? Chiarire preliminarmente alcuni di questi punti potrebbe aiutarci a prendere la decisione giusta. Ma per ora tutto resta nel vago.
Battista Gardoncini