“Cosa fa un presidente del Consiglio in tempi di pandemia? Telefona ai Ceo delle grandi case farmaceutiche. D’altronde, dopo aver varato il piano vaccinale, dopo aver affidato la missione a un generale, dopo aver registrato una volta per tutte i rapporti con le regioni, serve il siero. Allora serve telefonare”.
Che ci crediate o no, questo è il tragicomico incipit del pezzo di apertura del Corriere della Sera on line di oggi, firmato da Francesco Verderami. Già noto in passato per altre spericolate imprese adulatorie nei confronti dei potenti di turno, questa volta l’editorialista del Corriere ha superato se stesso, perché è riuscito a mantenere lo stesso tono a metà tra l’estatico e il trionfante per l’intero articolo, senza un attimo di cedimento e senza l’ombra di un dubbio. Leggere per credere.
Verderami è un fuoriclasse, ma non è l’unico. Sui grandi giornali italiani, e sulle principali reti televisive nazionali, Draghi continua a godere di un incondizionato sostegno nonostante i poco entusiasmanti risultati ottenuti in un mese e mezzo di governo: di Covid si muore più di prima, i vaccini mancano, le regioni litigano, e gli italiani sono sempre più sconcertati dalle contrastanti e a volte indecifrabili disposizioni emanate per il contenimento dei contagi.
Abituato a muoversi nei felpati ambienti della finanza internazionale, dove la discrezione è un obbligo, Draghi parla poco, e quando lo fa inanella sconcertanti banalità del tipo “se i numeri lo consentiranno speriamo di riaprire qualcosa entro la fine di aprile”. Gli applausi scroscianti che accolgono sui giornali le sue scarne uscite pubbliche non bastano a nasconderne l’inconsistenza. E così i sostenitori del nostro presidente del consiglio sono stati costretti a mettere a punto una tecnica nuova, detta “del retroscena”. E cioè si sono inventati un quadro internazionale dove Draghi agisce nell’ombra per appianare i contrasti tra i partiti del suo scalcinato governo, spiega all’Europa che cosa bisogna fare per sconfiggere il virus, e si dà da fare per assicurare all’Italia il ruolo centrale che le compete nell’universo. In questo scenario di fantasia Draghi non telefona soltanto ai Ceo delle case farmaceutiche citati da Verderami, ma anche agli altri potenti della Terra. Stando ai giornali, tutti i giorni o quasi uno di questi disgraziati riceve una sua chiamata, e deve sorbirsi i suoi severi rimbrotti. Non è dato sapere su quali argomenti, e neppure se vengano accolti di buon grado. Ma tutto sommato sono quisquilie. L’importante è che gli italiani si convincano di avere un ottimo presidente del consiglio.
Battista Gardoncini