In Italia non esiste una legge che tuteli la libertà di coscienza, religiosa e di pensiero, secondo i principi stabiliti dalla Costituzione e ribaditi da numerose sentenze della giurisprudenza costituzionale. Tutte le proposte che sono state avanzate in parlamento in questo senso non sono mai arrivate alla prova dell’aula.
Nell’Italia del 2019 il tema è più che mai attuale, e riproporlo non è un puro esercizio accademico. Come dimostrano le cronache, questo dipende soltanto in parte dallo Stato, che dovrebbe in teoria garantire a tutti pari diritti e pari doveri ma in pratica fatica a liberarsi dalle incrostazioni del passato, basti pensare alle recenti polemiche sulla presenza del crocifisso nei luoghi pubblici, o alle ostentazioni religiose di alcuni leader politici. Il pericolo maggiore viene infatti dalla società nel suo complesso, dove atteggiamenti razzistici, incapacità di immedesimarsi nei problemi degli altri, egoismi alimentati dalla ignoranza e dalla povertà stanno prendendo sempre più piede, aiutati dal fatto che le parole, quando i tweet e i selfie sostituiscono i ragionamenti, sembrano perdere ogni significato.
Un contributo al dibattito è venuto da Torre Pellice, dove il comitato di evangelizzazione della Chiesa Valdese ha organizzato il dibattito “Conoscere l’altro/a. Libertà religiosa, di coscienza e di pensiero, per una Italia laica, libera dai pre-giudizi”, con la partecipazione di Daniela Di Carlo, pastora valdese a Milano, Alda Guastalla vicepresidente della Comunità Ebraica di Torino, Izzeddin Elzir, già presidente e consigliere Unione delle Comunità Islamiche in Italia, Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, e del filosofo Franco Milanesi.
Un ragionamento a più voci, quindi. Un incontro di religioni e culture diverse, tutte caratterizzate dall’essere minoranze e quindi più esposte ai pericoli del pregiudizio e della discriminazione, e tutte consapevoli che sia possibile conciliare “ragione pubblica” e “ragione religiosa” solo nel quadro di una legge che garantisca una piena libertà di coscienza, di religione e di pensiero. Una legge che riconosca laicamente il rispetto di ogni posizione, nella consapevolezza che credere fortemente nei propri valori non significa negare i valori altrui, cui vanno riconosciute le stesse libertà.
La necessità di una legge sulla libertà di coscienza dovrebbe essere sentita tutti, ma pochi sembrano oggi interessati a battersi per ottenerla. La speranza dei partecipanti al convegno è che almeno nelle rispettive comunità si faccia strada l’idea di azioni comuni per sollecitarla, anche con atti simbolici quali la proposta di istituire a livello nazionale una giornata della laicità e della libertà di coscienza, sul modello di quanto avviene per il 17 febbraio dei Valdesi o il 20 settembre del Grande Oriente d’Italia.