Scusateci, abbiamo scherzato. Fino al 2023 resterà tutto come prima, Mattarella, Draghi e diarie dei parlamentari comprese. Ma il deprimente balletto di nomi attorno all’elezione del nuovo presidente della repubblica ha avuto un piccolo merito. Ha messo per qualche ora la sordina all’indisponente chiacchiericcio dei professionisti del Covid, che da oltre due anni monopolizzano i talk-show e le prime pagine dei giornali.
Non illudiamoci. Della Banda Burioni e dei deliri dei no vax non ci libereremo tanto facilmente, visto che il virus ha tutte le intenzioni di restare a lungo con noi, e sembra destinato a diventare una delle tante malattie che ci affliggono. Però adesso sappiamo che possiamo tranquillamente fare a meno della loro ansiogena invadenza, e che le notizie sul Covid 19 si possono dare con sobrietà, lasciando meno spazio agli opposti estremismi pro-vax e no vax, e dedicando più attenzione alla ricerca e ai problemi dei servizi sanitari pubblici impegnati ad arginare la pandemia. Insomma, meno virologi e generali degli alpini che sparano numeri a raffica – e spesso a casaccio – e più senso della misura.
Le notizie vanno date, ci mancherebbe altro. Ma devono essere notizie. Un conto è riferire del numero delle vittime, delle modalità di un lockdown, dell’efficacia dei vaccini e dei loro possibili effetti collaterali, un altro conto è alimentare un circo mediatico permanente dove le urla sovrastano i pensieri e i ragionamenti pacati vengono soffocati dalle grida e dagli insulti.
Prima o poi torneremo alla normalità, come ci siamo arrivati per malattie come il cancro o la malaria, di cui i media parlano soltanto quando c’è qualcosa da dire. Ma la strada sarà lunga, e servirà fare un passo alla volta, lentamente e con la necessaria fermezza.
Il mio modesto suggerimento è che si potrebbe partire evitando di dare notizia di tutti i Vip o presunti tali che annunciano selfie alla mano di essersi contagiati. Sono stati tutti malissimo, poverini, con la febbre e la tosse. Qualcuno non sente più i sapori. Ma per fortuna erano vaccinati. Adesso il peggio è passato, e rassicurano i fan che presto torneranno in azione, più pimpanti che mai.
Qualcuno dovrebbe dire a loro, e soprattutto ai direttori dei giornali e delle televisioni che si affrettano a dare le relative notizie, che ogni giorno in Italia ci sono circa centocinquantamila persone nelle stesse condizioni. Pochissimi per fortuna muoiono, di solito perché affetti da altre patologie. Ieri ad esempio erano 378. Piangere le vittime è giusto e doveroso. Ma la tosse di un Vip non è molto diversa da una sua indigestione. E sicuramente non è una notizia.
Battista Gardoncini