“Abbiamo un Governo che ci dice che cosa dobbiamo fare, anche io ho voglia di uscire, ma se mi dicono di non farlo, non lo faccio. Non capisco questa passione che ognuno ha di dire la sua. Non capisco che Paese siamo. Se mi dicono di non uscire, non esco. Io ubbidisco. Siccome sono di natura una persona che non ha mai ubbidito in vita sua, davanti a una cosa che non riguarda me, ma riguarda tutti gli altri, ubbidisco”.
Mi piacerebbe che alcuni dei miei amici di sinistra, quelli più insofferenti e critici nei confronti del governo Conte, meditassero su queste semplici parole della novantenne Natalia Aspesi, che aprono una sua deliziosa intervista sull’Huffington Post firmata da Giuseppe Fantasia. Vorrei che andassero a rileggersi i post che hanno scritto in queste ore commentando le decisioni del governo per la fase 2, pieni di puntualizzazioni, sottili distinguo e commenti a volte livorosi. Non perché non avessero il diritto di scriverli, ma perché, forse, essendo di sinistra ed essendo l’attuale governo sostenuto da quasi tutti i loro partiti di riferimento, qualche considerazione di opportunità avrebbe dovuto frenarli. Senza scomodare il centralismo democratico ben noto a chi viene da una tradizione comunista, e la felpata e sobria cautela che ha consentito ai partiti di ispirazione cattolica di governare indisturbati il Paese per tanti anni, vorrei far notare a questi amici che attaccare Conte non mi pare una buona idea. E questo per due ordini di motivi.
Il primo è che tutto sommato il decreto della fase 2 sembra un buon passo avanti sulla difficile strada di un ritorno alla normalità, come dimostra il lunghissimo elenco delle attività che ripartiranno dal 4 maggio, identificate dai loro codici Ateco. Si poteva fare di più o di meglio? Forse. Ma chi lo critica non entra quasi mai nel dettaglio delle possibili correzioni, e preferisce discettare dei massimi sistemi. Ultimamente va per la maggiore l’ accusa che il governo limiterebbe le libertà personali e quindi violerebbe la costituzione. Peccato che il 31 gennaio scorso l’Italia abbia dichiarato sei mesi di emergenza sanitaria, e proprio la costituzione, negli articoli 16 e 17, stabilisca espressamente che le libertà di circolazione e soggiorno sul territorio dello Stato possono essere limitate per “motivi di sanità o di sicurezza”, mentre le riunioni in luogo pubblico possono essere vietate per “comprovati motivi di sicurezza o incolumità pubblica”.
Il secondo ordine di motivi riguarda le prospettive del Paese. Cari amici e compagni, siete cresciuti come me a pane e politica. Dunque sappiamo tutti che sarebbe veramente stupido attaccare ogni giorno il governo Conte senza avere in testa una possibile alternativa. E poiché non penso che siate stupidi, ditemi per favore quale è.
Voglio sperare che l’idea di andare alle elezioni e di essere governati da Salvini e dalla Meloni non vi piaccia. Dunque posso immaginare che stiate pensando di sostituire Conte – apprezzato per altro da una larghissima maggioranza di italiani – con un ribaltone supportato da una diversa maggioranza, dove il ruolo degli odiati Cinque Stelle venga ridimensionato. Pensateci bene, però. A parte il fatto che i numeri per una operazione di questo tipo alla camera potrebbero non esserci, siete davvero così innamorati dell’ex presidente della banca centrale europea Mario Draghi da accettare un governo di unità nazionale guidato da lui, che tra l’altro dovrebbe imbarcare anche uomini indicati da Salvini e dalla Meloni? Siete proprio convinti che sull’altare del PIL si possano impunemente sacrificare i diritti e la vita delle persone? Avete nostalgia dell’austerity e dei sacrifici lacrime e sangue in nome del pareggio del bilancio? Vi siete già dimenticati della macelleria sociale di Monti e della Fornero?
Io no, e non vi seguirei.
Battista Gardoncini