Il cavallo di Caligola

Caligola, imperatore romano dal 37 al 41 dopo Cristo, voleva fare del suo cavallo Incitatus un console o un senatore. Non ne ebbe il tempo, perché fu accoltellato a morte dai suoi rivali. Ma al peggio non c’è mai fine, e oggi, stando ai giornali, qualcuno sta pensando di votare Silvio Berlusconi come presidente della repubblica. È un pregiudicato con ambigui rapporti con la mafia. È vecchio e un po’ suonato, e negli anni del suo massimo potere ha regalato agli italiani momenti indimenticabili come il bunga bunga e Ruby nipotina di Mubarak. Nonostante questo, però, ci sarebbe un consistente numero di parlamentari, non soltanto del centro destra, disponibile a depositare il suo nome nell’urna. Probabilmente non per eleggerlo, ma come pretattica per arrivare in un secondo momento a un nome condiviso.

Schifo a parte, è proprio quel nome ancora non individuato a preoccupare, perché il fatto che si ritenga necessario agitare lo spauracchio di Berlusconi per farlo accettare non promette niente di buono. Personalmente considererei una iattura anche l’elezione di Draghi, che sarebbe un ulteriore passo nello smantellamento delle prerogative  parlamentari e nella surrettizia trasformazione dell’Italia in una repubblica presidenziale. Ma gli altri possibili candidati sono anche peggio.

In queste ore il segretario del PD Letta è molto attivo nella ricerca di un nome che metta d’accordo tutte le forze politiche, e quindi non soltanto la Lega che fa parte del governo, ma anche Fratelli d’Italia che è all’opposizione. E questo, conoscendo come la pensano Salvini e la Meloni, significa che perfino lui ha messo una pietra sopra alle residue possibilità di mandare al Quirinale una persona riconoscibilmente di sinistra. 

Che cosa resta allora? Forse una candidata istituzionale come l’attuale presidente del senato Casellati, che in quanto donna potrebbe convincere anche una parte della sinistra a dimenticarsi dei troppi voli di stato usati dalla signora per tornare in famiglia e di altre amenità. 

Forse una “riserva della repubblica” come il pensionato d’oro Giuliano Amato, inspiegabilmente considerato super partes nonostante le molte giravolte e qualche tradimento. Il più clamoroso? Quello nei confronti di Craxi, che Amato servì a lungo, salvo rinnegarlo quando cadde in disgrazia. E fu proprio Bettino, nei suoi ultimi giorni, a gettare via stizzito una lettera che Giuliano gli aveva scritto ad Hammamet definendolo “il peggiore di tutti”.

Forse l’attuale ministro della giustizia Marta Cartabia, già presidente della corte costituzionale, che viene presentata come una tecnica prestata alla politica nonostante una lunga militanza in Comunione e Liberazione. E pazienza se le sue proposte di riforma del processo penale hanno fatto arrabbiare tutti, a destra, a sinistra e anche al centro, e sono state approvate soltanto dopo la corposa revisione di Lattanzi, suo predecessore alla presidenza della corte costituzionale.

Forse Pier Ferdinando Casini, uomo per tutte le stagioni, sempre a galla nonostante i ripetuti disastri che ne hanno contraddistinto la carriera. Nei suoi trentotto anni di ininterrotta presenza parlamentare è transitato in molti partiti, sempre di ispirazione cattolica, e spesso li ha condotti alla rovina. Risulta eletto nelle liste del centro-sinistra, ma ultimamente si è portato avanti con il lavoro e ha fatto sapere che vedrebbe bene la creazione di un nuovo partito di centro con Forza Italia. Su di lui pesa un antico giudizio del suo maestro Bisaglia, che diceva di avere due discepoli, uno bello e l’altro intelligente. Quello intelligente era Follini.

L’ elenco potrebbe continuare, ma è già abbastanza lungo così, e c’è sempre la speranza che dal cilindro escano altri nomi meno deprimenti. Come si dice in questi casi, chi vivrà vedrà.

Battista Gardoncini

1 comment
  1. Hai perfettamente ragione non c’è limite al peggio in questo paese mi, auguro in uno scatto di dignità per vedere un futuro di serietà e giustizia sociale.

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