Dalle stelle alle stalle. Era uno degli eroi della prima fase della battaglia contro il Covid, adesso è il reprobo che ha osato mettere in dubbio l’efficacia dei vaccini in preparazione. Andrea Crisanti, microbiologo di fama internazionale, ha scoperto a sue spese che in un periodo di crisi c’è poco spazio per i ragionamenti critici e per i dubbi, anche quando sono legittimi.
Non lo conosco personalmente, e la sua sovraesposizione mediatica, non so quanto cercata, mi ha lasciato a volte un po’ perplesso. Ma non c’è dubbio che sia una persona di valore, e che abbia i titoli per parlare. I suoi studi sulle zanzare geneticamente modificate per combattere la malaria sono considerati all’avanguardia, e dovremmo essergli sempre grati per la campagna di tamponi a tappeto sui cittadini di Vo’, che gli ha consentito di evidenziare il ruolo dei positivi asintomatici nella diffusione del Covid. Grazie agli sforzi di Crisanti e di tanti altri suoi colleghi oggi sappiamo molte più cose sul virus, e siamo in grado di difenderci un pochino meglio: le mascherine danno fastidio e il distanziamento sociale ha costi altissimi, ma funzionano, e sono le uniche armi che abbiamo per ora a disposizione in attesa dei vaccini.
I vaccini, appunto. Nessuno è ovviamente infallibile. Ma se oggi Crisanti dice di avere qualche dubbio sull’efficacia e sulla sicurezza dei vaccini che le più importanti aziende farmaceutiche del mondo stanno annunciando con sospetta velocità, invece di demonizzarlo e di invitarlo a pensare alle zanzare dovremmo ascoltarlo con un po’ più di attenzione.
Siamo nel bel mezzo di una pandemia di eccezionale gravità, e quando si è nel pieno di una emergenza globale la speranza di uscirne grazie a un rimedio miracoloso è comprensibile. La storia, però, ci insegna che la strada per arrivare a un vaccino davvero efficace contro un nuovo virus capace di mutare e di diffondersi velocemente è lunga, tortuosa e difficile. Nel caso dell’Aids non l’abbiamo trovato. Nel caso della Sars abbiamo smesso di cercarlo perché fortunatamente la malattia è scomparsa. E perfino i vaccini contro le normali influenze si dimostrano a volte inutili quando ci si trova di fronte a nuovi ceppi particolarmente virulenti.
Nella battaglia contro il Covid sono state mobilitate enormi risorse intellettuali e finanziarie, e dunque è possibile che i risultati arrivino più in fretta. Ma il disagio per i roboanti annunci di Pfizer, Moderna, AstraZeneca, Novovax e tanti altri non è soltanto di Crisanti. Sono in ballo troppi soldi per non avere il sospetto che le logiche di mercato possano prevalere su quelle scientifiche, che la fretta di arrivare primi faccia passare in secondo piano le preoccupazioni sulla efficacia e sulla sicurezza.
La porta è stretta. Da una parte c’è un mondo assediato dal virus, in attesa di un intervento salvifico e risolutore. Dall’altro il rischio di illudere, o peggio ancora di sbagliare. Ed è bene che qualcuno ce lo ricordi, anche a sfidando il pericolo della impopolarità.
Battista Gardoncini
1 comment
Hai ragione la prudenza non è mai troppa e gli interessi sono troppo grandi per non avere qualche sano dubbio