Coerentemente di destra

Tra ripensamenti e affanni la finanziaria 2022 è andata in porto. E proprio non mi piace, come del resto la maggioranza che l’ha proposta e approvata. Però mi rendo conto che tanti altri, in questo momento, sono contenti.  Il motivo lo ha spiegato Giorgia Meloni nella conferenza stampa di fine anno, quando ha lucidamente sostenuto di avere fatto cose di destra, compatibili con la sua visione del mondo. Come definire diversamente una riforma del reddito di cittadinanza che di fatto lo abolisce, la flat tax per i lavoratori autonomi, la parziale cancellazione delle cartelle fiscali anteriori al 2015, i pasticci sulle pensioni e la miriade di tagli allo stato sociale giustificati con la necessità di risparmiare, peraltro clamorosamente contraddetta dagli ottocento milioni di regalo fiscale al calcio professionistico?

La destra, insomma, ha fatto il suo mestiere, approvando una finanziaria favorevole ai settori della società che l’hanno massicciamente votata. E in questo si è dimostrata assai più coerente della sinistra, che ormai da anni penalizza le sue classi sociali di riferimento in nome di non meglio precisati interessi superiori, con l’unico risultato di perdere per strada milioni di voti

Purtroppo non ci sono segnali che nei prossimi mesi le cose possano cambiare. La destra vittoriosa continuerà a portare avanti le sue battaglie identitarie – fisco, clandestini, ordine pubblico – che forse non risolveranno i veri problemi del paese, ma strizzano l’occhio alla sua pancia e pagano in termini di consenso immediato. La sinistra sconfitta, a corto di battaglie ideali che non siano idiozie tipo l’uso dello schwa, continuerà a giocare di rimessa nella vana speranza che gli attacchi ai presunti errori del governo possano far dimenticare la sua incapacità di presentare una proposta politica alternativa. 

Oggi più che mai in Italia sarebbe necessaria una sinistra vera, moderna nei contenuti e intransigente sui valori, capace di dare una prospettiva ai tanti che non si sentono rappresentati dal PD sull’orlo del disfacimento e dalla galassia di partitini che lo attorniano. Una sinistra di questo tipo non dovrebbe avere paura della concorrenza dei Cinque Stelle guidati da Conte, e anzi avrebbe molto da guadagnare da un percorso comune, oggi all’opposizione, e domani chissà. Ma servirebbero inventiva, coraggio e volti nuovi, che al momento non si vedono all’orizzonte.

Battista Gardoncini

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