Com’era fin troppo facile prevedere – e infatti lo avevamo previsto – il piano di riforma dell’informazione RAI elaborato dal direttore per l’offerta informativa Carlo Verdelli è stato rispedito al mittente dal consiglio d’amministrazione dell’azienda. Poiché un contentino non si nega a nessuno, ufficialmente il consiglio ha affidato al direttore generale Campo Dall’Orto l’incarico di operare una sintesi delle posizioni a partire da quanto Verdelli ha elaborato, ma è chiaro che in RAI tutto resterà fermo almeno fino a quando non si scioglieranno gli attuali nodi politici, prima fra tutti la data delle future elezioni politiche. A parte naturalmente le dimissioni di Verdelli, che sono arrivate pochi minuti fa.
Ha sbagliato molto in questi mesi Verdelli. Un po’ per presunzione, molto perché non ha capito nulla dell’azienda dove era stato imposto come una sorta di cavaliere senza macchia in grado di superare le incrostazioni del passato e le resistenze dei “giornalisti cattivi” messi lì dalla politica. Né lui né chi lo ha voluto, però, si sono resi conto che la televisione è una macchina complessa molto difficile da usare, e che molti di quei “cattivi giornalisti” lo sapevano e lo sanno fare. E sì che la fallimentare esperienza di un altro campione della carta stampata catapultato davanti alle telecamere, Massimo Giannini, qualcosa avrebbe dovuto insegnare.
Dunque, uno a zero, e palla al centro. In attesa delle elezioni che potrebbero cambiare non soltanto l’allenatore e alcuni giocatori, ma anche le regole del gioco.