L’ennesima intervista a Matteo Renzi, questa volta sul Corriere della Sera a firma di Maria Teresa Meli, è roba per stomaci forti. Il capo di Italia Viva, l’unico partito al mondo che ha più eletti che elettori, sciorina tutto il consueto repertorio: quanto era stato bravo quando era al governo, quanto erano stati ciechi quelli che allora non avevano capito le sue brillanti intuizioni in materia costituzionale, sociale e di difesa del territorio, quanto sono stupidi quelli che oggi si ostinano a non prendere in considerazione le sue proposte per il rilancio dell’economia. E conclude con lo scontato messaggio sulla necessità di sostenere il governo per non fare un regalo a Salvini, serenamente sorvolando sul fatto che il primo ad attaccare il governo, nelle scorse settimane, è stato proprio lui.
Sempre il solito Renzi, insomma, tutto slogan e spregiudicate giravolte, incapace di rendersi conto di avere fatto il suo tempo. Come hanno abbondantemente dimostrato le ultime elezioni politiche, perfino un elettorato tradizionalmente disposto a bersi quasi tutto pur di non fare i conti con la realtà, non lo sopporta più: nel genere “cacciaballe” oggi è decisamente più trendy Salvini.
Resta da capire perché a questo plurisconfitto e squalificato personaggio il sistema dei media continui a riservare tante attenzioni. Nel campo della maggioranza è uno dei politici più gettonati. Va in televisione, rilascia interviste, e viene continuamente citato come se quello che dice fosse davvero di importanza fondamentale per le sorti del paese. E sempre senza contraddittorio, secondo le pessime abitudini che il giornalismo italiano ha preso nel corso degli anni, frequentando troppo da vicino gli ambienti del potere.
Accade soltanto per la forza dell’abitudine, o dietro c’è un disegno più sottile, che mira a riaccreditare Renzi come un possibile leader di un centro-sinistra molto di centro e poco di sinistra, alternativo alla destra salviniana? Al momento questo potrebbe sembrare uno scenario fantapolitico slegato dalla realtà, e c’è da sperare che sia così. Ma in questi ultimi anni la politica italiana ci ha dimostrato che al peggio non c’è mai un limite.
Battista Gardoncini