Il primo parco europeo venne istituito in Svezia il 24 maggio 1909, trentasette anni dopo quello di Yellowstone, negli Stati Uniti, che fu la prima area protetta al mondo. La data è diventata l’ennesima giornata internazionale dedicata a un qualche tema. Molto opportunamente, però, la federazione dei parchi non si è limitata a una celebrazione di circostanza, e ha organizzato una serie di iniziative che andranno avanti in molti paesi europei fino a metà giugno. Anche l’Italia è coinvolta, secondo un programma che potrete trovare sul sito www.parks.it.
Ma come quale è oggi la situazione dei parchi italiani? Stando ai numeri siamo un paese virtuoso, anche se altri, come la Germania, hanno fatto meglio. Con l’undici per cento del territorio sottoposto a una qualche forma di tutela ambientale, l’Italia ha raggiunto e superato l’obiettivo del 10 per cento indicato come ottimale dalla conferenza mondiale dei parchi di Caracas, nell’ormai lontano 1992. Ma i numeri non dicono tutto, perché comprendono situazioni molto diverse – dai parchi nazionali e regionali alle riserve alle aree protette – e vanno inseriti in un contesto più generale di attenzione al patrimonio naturalistico e culturale. Che in Italia è straordinariamente ricco, ma anche in molti casi negletto.
Un dossier di Lega Ambiente spiega che sette milioni di persone convivono quotidianamente con il rischio di frane e alluvioni, mentre la cementificazione del paese avanza al ritmo di sette metri quadrati al secondo, in gran parte costruiti al di fuori di ogni regola. Il prezzo che paghiamo è salato: oltre centosessanta morti e cinquantamila evacuati negli ultimi cinque anni.