Il 22 ottobre la Giunta regionale ha approvato un nuovo disegno di legge sulla montagna, recependo le proposte dell’Uncem (l’Unione nazionale Comuni, Comunità e Enti montani) sulla necessità di una governance stabile nelle Terre alta che metta al centro le Unioni montane dei Comuni. Ora il testo passerà all’esame del Consiglio regionale.
«Avevamo denunciato, in particolare negli ultimi sei mesi, l’impraticabilità della nascita delle Unioni sulla base della legge 11 del 2012, assolutamente non adeguata e applicabile, lontana dalla realtà e in molti punti confusa», ha dichiarato oggi Lido Riba, presidente dell’Uncem Piemonte. «Ora vengono finalmente messe nero su bianco in un articolato le osservazioni che la nostra associazione, con moltissimi amministratori locali, aveva sottoposto alla Giunta e al Consiglio regionale. Va ricordata l’azione del Consiglio delle autonomie locali, dove Anci, Uncem, Legautonomie hanno agito compatte per correggere i vuoti e gli errori della legge 11. Oggi viene riconosciuta l’Unione montana di Comuni come soggetto cardine per le politiche di sviluppo socio-economico della montagna. L’Unione raccoglie le eredità delle Comunità montane, le competenze e il finanziamento». «Non abbiamo tempo da perdere» evidenzia il vicepresidente dell’Uncem Piemonte Giovanni Francini, sindaco di Druogno e presidente della Comunità montana Valli dell’Ossola. «Le Unioni dovranno essere operative al più presto. Negli ultimi mesi, incontrando gli assessori Vignale e Molinari, la nostra associazione ha chiesto di accelerare e sostenere la nascita delle Unioni montane, come avvenuto in altre realtà italiane».
Dopo un anno di incertezze si arriverà presto a ridefinire e rendere operativo il governo del territorio alpino oggi non più delegato alle Comunità montane?