Tanti amici, ma non in RAI. Dopo nove anni TGR Montagne esce dai palinsesti. Venerdì 29 novembre, come si temeva, si è congedata dai pochi affezionati spettatori che le erano rimasti dopo un insensato spostamento su RAI5, rete invisibile nella maggior parte delle zone montane del paese. Per la verità non era granché neanche la sua precedente collocazione – la fascia del mattino di RAI2, tradizionalmente riservata ai cartoni animati per i bambini in età prescolare – ma in quella gli spettatori si contavano in centinaia di migliaia, e il servizio pubblico poteva sostenere senza arrossire che almeno una delle sue reti generaliste prestava un poco di attenzione alle esigenze delle Terre Alte.
Formalmente la trasmissione è stata sospesa. Dunque è possibile che qualche altro spazio dedicato alla montagna prima o poi salti fuori. Sembra strano – e francamente anche un po’ autolesionista – che la RAI decida di ignorare quel che accade in quel settanta per cento del territorio nazionale che non è né costa né pianura. Resta da vedere chi se ne occuperà, in che modo, e soprattutto se la collocazione sarà meno penalizzante di quelle precedenti. TGR Montagne era una trasmissione giornalistica, costruita con i criteri di un prodotto di servizio, che metteva al centro le notizie. Si possono sicuramente battere strade diverse, più vicine all’ottica dei programmi di intrattenimento. Ma le moltissime prese di posizione che hanno cercato di impedire la chiusura della trasmissione dimostrano che in fondo i suoi nove anni di vita non sono stati spesi invano.
Abbiamo già riferito delle interrogazioni dei parlamentari Federico Fornaro – membro della commissione di vigilanza RAI – e Enrico Borghi, che è anche presidente nazionale dell’UNCEM; del sostegno di tanti uomini politici e rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali, a cominciare dall’instancabile Lido Riba; della mobilitazione del CAI, del Soccorso Alpino, degli spelelologi, della Associazione Alpini, del Moige, l’associazione di genitori che lo scorso anno ha premiato TGR Montagne come una delle migliori trasmissioni della televisione nazionale. Reinhold Messner ha duramente criticato la decisione RAI dalle colonne della Gazzetta dello Sport. On line è stata avviata una petizione che sta raccogliendo centinaia di adesioni tra addetti ai lavori, semplici appassionati, gente della montagna. Altre adesioni arrivano con mezzi più tradizionali. Ve ne proponiamo alcune.
Carlo Petrini, fondatore Slow Food e presidente Terra Madre; Gavino Sanna, pubblicitario, Cesare Maestri, alpinista; Silvio “Gnaro” Mondinelli, alpinista; Nives Meroi, alpinista; Romano Benet, alpinista; Margherita Oggero, scrittrice; Bruno Gambarotta, scrittore; Mario Castelnuovo, musicista; Sergio Berardo, musicista; Fredo Valla, regista; Dario Vergassola, attore; Alessandro Anderloni, direttore Film Festival della Lessinia; Armando Mariotta, presidente della federazione internazionale sci alpinismo; Gianmaria Testa, cantautore; Gianmaria Griglio, direttore d’orchestra; Renzo Sicco, regista “Assemblea Teatro”; Sergio Soave, sindaco di Savigliano; Guido “Silver” Silvestri, fumettista; Elisabetta Scala, vicepresidente Moige; Marco Revelli, sociologo; Marco Galliano, recordman snowboard; Roberto Ghidoni, corridore estremo; Erri De Luca, scrittore; Giovanni e Teresio Panzera, documentaristi; Sandro Gastinelli, regista; Marzia Pellegrino, regista; Gabriele Cremonini, scrittore; Salvatore Giannella, giornalista; Renato Maurino, alpinista; Duccio Canestrini, antropologo di Trento; Teddy Soppelsa, redattore riviste Dolomiti Bellunesi e Altitudini; Adriano Favole, antropologo; Nicola Roda, regista; Carlo Grande, scrittore; Alberto Pezzini, musicista; Marco Aime antropologo; Silvia Passerini, operatrice culturale; Davide Merizzi; Alberto Fasulo regista;Paolo Cottignola montatore di Ermanno Olmi e Carlo Mazzacurati; Sandro Filippini, giornalista; Francesco Palmero, film maker; Giorgio Diritti regista; Cesare Bastelli, direttore di fotografia; Adriano Tomba, fotografo; Andrea Fantino, antropologo; Giovanni B. Margaroli, direttore di LetterAltura; Nino Criscenti, giornalista, direttore di “Land”; Paola Bonavia, presidente CAI Saluzzo; Pietro Spirito scrittore, Trieste.