di Simone Bobbio – Arrivate da lontano attratti dalla mia mole imponente, dal mio rilievo verticale stagliato contro il cielo e incurante della forza di gravità. Siete concentrati durante la preparazione, l’impresa che vi attende non è banale. Sarete all’altezza della situazione? Per conquistarmi dovrete dare fondo a tutte le vostre risorse fisiche e mentali, vi voglio in perfetta forma. L’espressione dei vostri volti tradisce una certa trepidazione o ansia da prestazione. Ma non lasciate nulla al caso e prendete anche le precauzioni.
Partite con calma, esplorate la mia superficie, vi insinuate nelle pieghe e negli anfratti. La vista delle mie curve vi inebria gli occhi e il desiderio cresce. Poi il percorso si fa più erto. Dovete metterci impegno, determinazione. La fatica si fa sentire, ma in fondo anche lo sforzo vi piace. Una pausa ristoratrice vi permette di ricuperare un po’ di energia in vista dell’ultima impennata.
Le pendenze sempre più ripide vi costringono a uno zig zag regolare che mi solletica tutto. Non è ancora il momento di puntare dritto alla meta, meglio procedere con calma come se questo dolce supplizio dovesse non finire mai. Con l’avvicinarsi della cima le vostre linee si fanno sempre più strette, il fiato diventa più intenso e corto per la quota, l’eccitazione cresce con la consapevolezza di potercela fare. Non vi tirate indietro nemmeno quando il gioco si fa più estremo e mi punzecchiate con la vostra sofisticata oggettistica acuminata. Il piacere prevede sempre un po’ di dolore.
Arrivate in punta avvolti da una nebbiolina bianca e lattiginosa, la soddisfazione di trovarvi nel punto più alto quasi vi commuove: d’altronde le dimensioni contano, eccome se contano. L’emozione è forte e il traguardo è raggiunto ma il bello deve ancora arrivare.
La discesa è il momento più inebriante. Vi lanciate lungo mie pendenze a velocità sostenuta, al ritmo incalzante di piegamento e distensione. Qualcuno dimostra più esperienza e maestria, un vero e proprio stile. Degli altri apprezzo comunque l’impegno. Mi fate fremere accarezzandomi con le vostre sinuose serpentine. La neve è il lubrificante, vi fa scivolare leggeri con cadenza sempre più frenetica finché l’intenso sforzo vi lascia senza fiato. Una breve pausa e poi via di nuovo, il godimento non si deve smorzare. Raggiungete l’apice del divertimento tutti insieme, in sincrono, scatenandovi lungo gli ultimi pendii del mio grande rilievo. Stanchi e soddisfatti procedete verso l’epilogo, pregustando il meritato riposo.
Ma vi conosco, siete tutti uguali, presto ripartirete alla conquista di un altro, lontano da me. Io non me ne starò qui a portare il lutto. Già domani mi concederò a qualcuno proprio come voi. Un po’ mi mancherete e so per certo che non dimenticherete mai quando siete venuti sul mio Gran Sasso.
* Simone Bobbio, giornalista free lance, si occupa da sempre di montagna. In passato ha collaborato attivamente con la Rivista della Montagna e con Alp. In seguito ha lavorato per Alp Channel e ha condotto programmi radiofonici, oltre a scrivere regolarmente sul tema montagna.