Gli ambientalisti americani sono sul piede di guerra. Temono che uno dei luoghi più belli, selvaggi e simbolici degli Stati Uniti, il Grand Canyon, sia in pericolo, e invitano alla mobilitazione.
Le minacce a quella che viene considerata una delle sette meraviglie naturali del pianeta sono di tre tipi. La prima, e più immediata, riguarda il progetto Grand Canyon Escalade, che si propone di rendere facilmente accessibile, con un sistema di passerelle e un percorso su rotaia, il fondo del Canyon alla confluenza tra i fiumi Colorado e Piccolo Colorado. Qui dovrebbe anche sorgere un ristorante con un negozio di souvenir e un punto di sosta. Si stima che ogni giorno almeno diecimila persone potrebbero raggiungere la zona, con tutti i rischi ambientali connessi: rumore, inquinamento, rifiuti.
La seconda minaccia è legata all’uranio. Nella zona ci sono antiche miniere abbandonate, che qualcuno vorrebbe esplorare con l’obiettivo di riprendere gli scavi. Il rischio di avvelenare il fiume, come era avvenuto fino al 1969, quando venne decisa l’interruzione delle attività. Negli Stati Uniti vige attualmente una moratoria sull’estrazione dell’uranio, che però riguarda soltanto l’apertura di nuove miniere.
Infine c’e’ il problema dell’acqua. Nella città di Tusayan, ai confini meridionali del parco del Gran Canyon, sono stati approvati nuovi insediamenti turistici e commerciali, e il consumo d’acqua crescerà. Per trovarla si vorrebbero effettuare nuove perforazioni, che potrebbe impoverire la falda acquifera della zona, con conseguenze difficili da valutare.
Gli ambientalisti chiedono all’amministrazione Obama di intervenire, ridimensionando il progetto Gran Canyon Escalade, rendendo definitiva la moratoria sull’uranio, e vincolando le scelte urbanistiche di Tusayan a una accurata ricognizione delle risorse idriche sotterranee disponibili. E si dicono convinti che sia possibile conciliare la tutela dell’ambiente con il sacrosanto diritto della nazione Navajo a ricavare dal suo territorio le risorse necessarie al benessere della popolazione locale.