Il Consiglio regionale del Piemonte ha finalmente approvato la nuova Legge regionale sulla Montagna. Una legge in linea con le norme nazionali sugli enti locali. Dopo due anni di attesa, la Regione Piemonte punta sulle Unioni di Comuni per lo sviluppo e l’uso dei fondi europei. Si apre dunque una fase nuova nelle politiche del Piemonte per la vita e la crescita dei 553 Comuni delle Terre Alte. Le Unioni montane di Comuni, stando alle norme nazionali in materia di enti locali, sono il naturale soggetto per coordinare l’organizzazione dei servizi associati tra i Comuni delle aree montane, ma anche per agevolare investimenti e attività di promozione, sviluppo, innovazione per più della metà del Piemonte. Lo sostiene Lido Riba, l presidente dell’Uncem Piemonte, assieme ai vicepresidenti della Delegazione dell’Unione dei Comuni, delle Comunità e degli enti montani, Giovanni Francini e Dina Benna. «Finalmente apriamo una pagina nuova nella storia degli enti locali e del nostro territorio», aggiungono Roberto Colombero (sindaco di Canosio) e Paola Vercellotti (presidente Comunità montana Tre Valli – BI).
La legge Montagna prevede che le nuove Unioni montane di Comuni (da comporre entro il 15 aprile 2014) si occupino di bonifica territoriale (opere per la prevenzione del dissesto idrogeologico, come avviene dagli anni ’60), informatizzazione innovazione Ict e servizi informativi per i Comuni, ricomposizione fondiaria (superamento della forte parcellizzazione del territorio agricolo e forestale: in Piemonte vi sono 5mln di particelle catastali!), oltre che di sistemazione idrogeologica ed idraulico-forestale, economia forestale, energie rinnovabili, opere di manutenzione ambientale, difesa dalle valanghe, turismo in ambiente montano, artigianato e produzioni tipiche, mantenimento dei servizi essenziali, servizio scolastico, incentivi per l’insediamento nelle zone montane. Sarà creato inoltre il fondo regionale montagna (articolo 5), con 14 milioni di euro destinati a tale scopo. La copertura della cifra viene realizzata con una quota dei diritti di escavazione delle cave, una quota di Irap, una quota dei canoni per l’imbottigliamento delle acque minerali, una quota dell’addizionale regionale sul consumo di gas metano. Cosa aggiungere? Che finalmente, per i Comuni montani, può avere inizio un nuovo capitolo di storia.