Piccoli 8000 crescono

No, nessun allarme: le montagne più alte del globo non stanno levitando: non c’è nessuna accelerazione dei fenomeni di orogenesi. Cresce invece il loro numero. Da tempo, nell’ambiente alpinistico, si discute su quanti siano realmente gli 8000 della Terra. Anche perché il listone delle cime più alte fu redatto, negli anni compresi tra le due guerre mondiali, sulla base di ricognizioni parziali e tenendo conto solo dei grandi massicci e delle montagne principali. Ma oggi, com’è peraltro successo per i 4000 alpini, s’è ormai fatto largo un altro concetto, che ha sparigliato le carte: quello di vetta. In uno stesso massiccio, ad esempio, possono esserci due cime indipendenti, distinte e ben individuabili rispetto alla dorsale principale e ai colli limitrofi, entrambe ben oltre gli 8000 metri. Ha ancora senso, quindi, la vecchia lista che limitava a 14 le cime più elevate? Segnavia54 sottopone all’attenzione dei lettori una riflessione, messa a punto da un gruppo di alpinisti-studiosi piemontesi, che da parecchi mesi stanno studiando a fondo la questione, «senza alcuna pretesa di riscrivere la storia dell’alpinismo, che deve rimanere così com’è, e senza alcun intento polemico, ma unicamente con intenti geografici».

Il massiccio del Broad Peak
Il massiccio del Broad Peak

A cura di Roberto Aruga. Che le montagne superiori agli 8000 metri siano 14 è un luogo comune tramandato nei decenni dalla stampa specializzata e generalista.  Questo numero 14 si impose intorno agli anni ’30 del Novecento, soprattutto per opera dell’alpinista ed esploratore tedesco Günther Dyhrenfurth, che proprio in quel decennio guidò due spedizioni sulle montagne dell’Himalaya. Va riconosciuta una notevole validità a questa valutazione, soprattutto se si tiene conto della quantità limitata di dati e informazioni a disposizione in quel tempo.

Da allora, naturalmente, molte cose sono avvenute, sia nello studio ed esplorazione delle montagne, sia per quanto riguarda la disponibilità di nuovi mezzi tecnologici, che hanno riversato su di noi una mole enorme di dati e immagini. In particolare, per quanto riguarda le conquiste dell’alpinismo, la salita di alcuni satelliti del Kangchenjunga superiori agli 8000 metri per vie anche di notevole impegno negli ultimi decenni del Novecento, la difficile salita dei russi nel 1997 a una vetta notevole individuata presso il Lhotse (il Central Peak I), la presenza di una vetta indipendente vicina al Broad Peak, hanno fatto sì che tra i salitori di ottomila e numerosi altri alpinisti iniziasse a insinuarsi qualche dubbio sulla affidabilità e validità di quel numero 14. Oggi sono in molti a ritenere che sarebbe ora di rivedere tutta la questione ed eventualmente di proporre una nuova valutazione.

È in questo stato di cose che ha preso forma l’idea di tre frequentatori della montagna, di iniziare un lavoro di ricognizione e studio dell’intero problema, con l’obiettivo di arrivare a una proposta di lista di ottomila più realistica e aderente alla situazione di oggi. Luciano Ratto, l’iniziatore e promotore di questo lavoro, e Roberto Aruga, che ha steso una relazione tecnica con i principi oggettivi per la scelta degli eventuali nuovi ottomila, hanno già alle loro spalle una analoga iniziativa relativa ai quattromila delle Alpi, che ha ottenuto un giudizio positivo da parte dell’Uiaa, e che ha portato al numero di 82 i quattromila alpini, ponendo fine in tal modo a tutte le interminabili  dispute precedenti sul loro numero. Al gruppo si è poi aggiunto anche Roberto Mantovani, che da anni segue le vicende dell’himalaysmo. È chiaro che la chiave di tutto consisteva nel mettere a punto dei criteri quanto più possibile oggettivi per la scelta degli eventuali nuovi ottomila. In effetti, tornando al caso dei quattromila, si erano avute in passato numerose proposte di liste, ma erano tutte finite nel nulla in quanto non fondate su principi generali ma piuttosto su sensazioni personali, non sufficientemente chiarite e giustificate.  Nel caso degli ottomila ci si è avvalsi del concetto di Prominenza (Prominence), ormai ampiamente accettato sui siti specializzati, e sul criterio della frequentazione e dell’interesse alpinistico. Secondo questo studio, ai 14 si dovrebbero aggiungere 8 nuovi ottomila, per un totale perciò di 22 al posto dei 14 tradizionali.

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