È stato di recente pubblicato il Rapporto orso 2013 della Provincia di Trento.
I ricercatori hanno documentato il comportamento dei plantigradi nella stagione riproduttiva.Grazie a fototrappole e radiocollari GPS, nel 2013 sono state rilevate per la prima volta le grandi distanze che due orsi hanno percorso per trovarsi e accoppiarsi, per poi rimanere assieme per due settimane in un territorio relativamente limitato. L’anno scorso in Trentino sono state accertate solo tre riproduzioni, per cui per la prima volta si è registrato un calo della popolazione complessiva. Il Rapporto orso stima che sul territorio della provincia autonoma ci sia una presenza minima di 40 orsi. Non manca però un aspetto positivo, nella situazione monitorata: l’aumento dell’età media è un fattore che comporta infatti maggiori probabilità di sopravvivenza, un maggior successo riproduttivo e una minore propensione a
manifestare atteggiamenti “problematici”. Nel 2013 si è anche registrato il primo caso di bracconaggio, nonostante il lavoro di informazione e di comunicazione sostenuto dalla Provincia. Tra l’altro,
il Trentino inoltre fornisce gratuitamente i dispositivi per la prevenzione; da un controllo campione è tuttavia risultato che solo il 51 per cento delle opere di prevenzione installate erano davvero funzionanti; una delle cause più frequenti del non corretto funzionamento erano i recinti elettrificati collegati a batterie scariche. L’anno scorso la spesa per il finanziamento di tali dispositivi è stata di circa 45.000 euro.
1 comment
con i problemi che ci sono, bruciare 4 milioni di euro per avere 40 orsi, è semplicemente da idioti