Il problema è sempre lo stesso: imbattibili o quasi in Italia, balbettanti in Europa. Solo chi osserva con distrazione il calcio può però sorprendersi dell’avvio stentato della Juve in Champions League. Da troppo tempo l’Italia non riesce a portare più di due squadre nella massima manifestazione continentale e anche quest’anno i sogni della Roma si sono sciolti nel preliminare di Ferragosto. L’ultima vittoria risale all’Inter di Mourinho e se la Juve è riuscita due anni fa ad arrivare alla finale, lo deve a un sorteggio benevolo almeno fino alla semifinale.
Il resto è storia di stenti e spesso umiliazioni. Tra tutte le italiane la Juve è tuttavia la sola a poter vantare un’organizzazione davvero internazionale. Ha uno stadio di proprietà, una gestione economica accorta, un allenatore intelligente che, particolare non trascurabile, parla o almeno studia le lingue.
Cosa le manca dunque? I maligni, ma solo loro, parlano del famoso aiutino…
Alla Juve, a questa Juve, non manca invece proprio nulla per lottare per la Champions. La sola vera differenza rispetto al campionato italiano è che in Europa si incontrano squadre vere contro le quali si può vincere, pareggiare, e anche perdere. Come cantavano mezzo secolo fa i Rokes, non sempre si può vincere. Ma i tifosi bianconeri preferirebbero dimenticare che il titolo del brano era “Bisogna saper perdere”.
Il Trombettiere