di Alfio Bessone – Torno su questo sito Web dopo molto tempo. Non per pigrizia, ma perché ho usato tutto il tempo disponibile a lottare per la sopravvivenza. Così ero talmente arrabbiato che non mi veniva neanche la voglia di scrivere. Quassù la vita è sempre più dura. E non solo per via della crisi economica, che ci tocca tutti, ma perché ci stanno privando dei diritti più elementari. Quei diritti che servono a condurre un’esistenza dignitosa in montagna. I servizi pubblici. A cominciare dalla sanità. Qui gli ospedali sbaraccano, si volta pagina. Bisogna scendere a valle. In qualche caso si tratta di pochi chilometri, ma altre volte lo spostamento richiede un vero e proprio viaggio. E la stessa cosa vale per le visite specialistiche, per cui bisogna cambiare paese o addirittura valle. Se siete giovani, è solo una gran rottura di scatole e una perdita di tempo. Ma immaginatevi anziani, senza auto e in balìa dei mezzi pubblici. Che sono cambiati e sembra si ridurranno ulteriormente. Una volta, fino a metà dello scorso anno, avevamo un treno. Adesso è stato eliminato. Era “un ramo secco”, hanno detto, e via, un bel taglio. Al posto del treno, hanno messo il bus. Provate voi, la mattina presto, a salirci, con tutta la folla di studenti che scende a valle per studiare al liceo. Una situazione da dopoguerra, con le file di sfollati. E se le cose funzionano così dalle mie parti, lo stesso si può dire di altre zone del Piemonte.
Della montagna, al solito, si sono dimenticati. Nel momento delle difficoltà, esce dall’orizzonte degli amministratori regionali. Tanto, al solito, non fa “massa critica” utile per spostare la lancetta dei voti nelle urne. In barba a planisferi, carte, bussola, gps e satelliti, stiamo diventando il meridione dimenticato del Nord Ovest. Con un’avvertenza: questa constatazione non ha niente a che fare né col revanscismo territoriale, né con macro o micro regioni in area alpina, non è una richiesta di fondi a pioggia e nemmeno una rincorsa a all’abitudine di usare la lamentela come una litania. Contiene solo una richiesta, fondamentale, la sopravvivenza. Troppo? Provate voi a vivere in un mondo che, a poco a poco, vi nega i servizi essenziali. E poi: va bene la crisi, la mancanza di fondi, il pareggio di bilancio, il patto di stabilità, ecc. Ma, come sempre capita, per ogni problema ci sona lmeno due soluzioni. Perché scegliere ogni volta quella più comoda per chi decide?