Buone notizie per gli scalatori intenzionati a misurarsi con i picchi himalayani. Il nostro collaboratore a Kathmandu, Navyo Eller, ci segnala che il governo nepalese ha appena ridotto le royalties per le spedizioni, probabilmente a causa delle continue critiche indirizzate ai costi e al sistema dei permessi di scalata.
Il cambiamento più significativo riguarda l’Everest, ma la nuova politica è rivolta anche alle vette classificate come “alpine expedition peak”, comprese fra o i 6500 e gli 8000 metri di altitudine.
Dal gennaio 2015, per scalare l’Everest in primavera lungo la via normale nepalese (la cresta sud est), le royalties passeranno dai 25.000 USD agli 11.000 USD, mentre per poter accedere a tutte le altre vie del mastodonte himalayano occorrerà sborsare “solo” 10.000 USD. In autunno, sempre per l’Everest, si passerà dai 12.500 USD ai 5500 USD, mentre in inverno e in estate si pagheranno 2750 USD anziché 6.250. Le nuove tariffe verranno applicate solo agli stranieri. Per i nepalesi, invece, dal 1° gennaio 2013 il governo ha previsto permessi che variano dai 10 ai 750 USD. Il provvedimento – secondo fonti ben accreditate – servirebbe a promuovere le scalate da parte dei locali.
Per le vette inferiori agli 8000 metri, agli alpinisti non nepalesi verrà richiesta una tassa variabile, tra i 70 e i 1800 USD, a seconda della quota della montagna scela.
Al momento non è ancora stato chiarito se il sistema dei permessi di gruppo verrà modificato per le vette superiori ai 7500 m, Everest compreso. Si attendono delucidazioni in merito. Ricordiamo infine che, per le vette delle regioni occidentali del Nepal, incluso l’Api Himal, le royalties sono state cancellate del tutto per 5 anni.