A partire dalla primavera, il ministero del Turismo nepalese ha aggiunto 103 nuove vette alla lista delle montagne disponibili per gli alpinisti. Il nuovo elenco che – ci sembra – contiene qualche errore, fa riferimento alla carta 1:50.000 del Governo del Nepal.
Le nuove cime a disposizioni degli scalatori risultano divise in questo modo: 64 nella parte centrale dell’Himalaya nepalese (dal Mustang al Makalu), con 3 “cinquemila”, 56 “seimila” e 5 “settemila); 31 (tutti “seimila”) nella parte occidentale della catena (dal Dolpo all’Api Himal); e le ultime 8 (1 “ottomila”: il Yalung Kang West, nel gruppo del Kangchenjunga; 4 “settemila” e 3 “seimila”) nella regione più orientale, quella che va dal Makalu al Kangchenjunga.
Dunque, per l’esplorazione delle altissime quote si apre un capitolo nuovo. Rimane però da fare una riflessione su come il governo di Kathmandu abbia distribuito le nuove, possibili mete, visto che il tratto centrale dell’Himalaya nepalese fa la parte del leone rispetto al settore occidentale (che racchiude solo metà delle proposte), e soprattutto nei confronti delle zone montane più orientali (dove solo 8 sono le nuove cime). Anche perché il quadro delle proposte rispecchia nettamente l’attuale distribuzione delle spedizioni straniere, che vede concentrata la maggior parte delle presenze degli alpinisti nei massicci himalayani centrali. Un fatto, questo, che spiega anche il differente grado di sviluppo turistico delle diverse regioni del Paese delle nevi.
Per contro, considerando che la maggioranza delle nuove cime si situa nella fascia tra ai 6000 e i 7000 metri, ci pare che l’offerta nepalese possa contribuire a far crescere l’himalysmo in stile alpino e a incrementare la presenza di piccoli team di scalatori o addirittura di singole cordate, a discapito delle grosse spedizioni.
103 nuovi massimi sono stati autorizzati dal Ministero del Turismo in aggiunta alla lista iniziale .