I librai di Montereggio

di Roberto Mantovani – Un paesino minuscolo, che l’inverno riduce a 35-40 abitanti. Si chiama Montereggio ed è annidato nella selvaggia natura dell’alta Lunigiana, a 600 metri di quota. Fa parte del comune di Mulazzo, in provincia di Massa Carrara, e se ne sta solitario, arroccato su un colle nella valle del torrente Mangiola, in prossimità del Passo dei Casoni,
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collegamento tra Milazzo e la Val di Vara. È un antico borgo costruito su una cresta, con le case disposte l’una accanto all’altra lungo la via principale, orientata verso nord. Architetture solide, sobrie, dall’eleganza essenziale. Sulla piazza dell’abitato si affaccia il Palazzo dei marchesi Malaspina. E poi si notano due chiese, entrambe dedicate a Sant’Apollinare, una con la torre campanaria. Uno dei tanti borghi minori spopolati dall’immigrazione, lungo un appennino che, come molte altre terre alte dello Stivale, è diventata regione vuota di abitanti e fitta di boschi selvatici, i campi mangiati dalla vegetazione e gli antichi tracciati pedonali divorati dalla macchia.

Nel corso delle presentazioni estive di Ritratti da parete, il libro di cui abbiamo già ampiamente parlato su Segnavia54, a Montereggio ci siamo trovati DSC_0011catapultati dentro una storia che ci ha meravigliato e che merita di essere raccontata. Montereggio, come altri borghi della zona, un tempo era un paese di librai ambulanti. Gente che, all’epoca dei nostri nonni, attingendo alla gerla che portava sulle spalle, vendeva almanacchi, lunari e libri e che, seguendo le stagioni, scendeva prima a Pontremoli, poi nei paesi della pianura, e infine raggiungeva le grandi città. Pare che qualcuno si recasse anche all’estero. Una vicenda che sprofonda nel tempo ed ebbe il suo inizio ben cinque secoli fa, quando tal Sebastiano di Pontremoli apprese l’arte della stampa. Generazione dopo generazione, la schiera dei librari lunigianesi, toccò il suo apice nell’800. Alcune famiglie di librai di Montereggio si stabilirono in varie città della Toscana e del Nord Italia, impiantando librerie importanti. Parliamo dei Ghelfi, dei Bertoni, dei Fogola, dei Tarantola, dei Lazzarelli. Non solo: in tempi più recenti (nel 1952), i librari del paesino diedero vita al noto Premio Bancarella, tuttora una delle manifestazioni letterarie più note in Italia. Oggi le vie e le piazze di Montereggio sono dedicate a editori noti e meno noti, ed è difficile non rimanere di stucco quando si scopre di aver parcheggiato ai margini di piazza Angelo Rizzoli e magari di avere un appuntamento nei pressi della minuscola piazza Mondadori o alla passeggiata Mario Spagnol. Il luogo in cui è avvenuta la presentazione del libro di cui abbiamo detto poco sopra è stata la vecchia chiesa con i muri in pietra, all’entrata dell’abitato, dove una mostra raccontava le avventure dei librai itineranti. Una vicenda che tutti dovrebbero conoscere, in un mondo in cui ormai si fa persino fatica a leggere articoli che superano le 10-15 righe righe. Ma abbiamo anche scoperto che Montereggio, dove ogni estate si celebra la festa del libro con la partecipazione di scrittori DSC_0011importanti, fa parte del circuito delle book town, città dedicate ai libri, in modo particolare alla vendita di quelli usati. Centri urbani come Hay-on-Wye, in Galles; Redu, in Belgio; e Fontaoy-la-Joute, in Francia.  Un consiglio. Salite a Montereggio almeno una volta nella vita. E attenzione: la festa del 2013 è ancora in pieno svolgimento e si concluderà domenica 1° settembre, e fino alla stessa data, tutti i giorni, dalle 17 alle 24, si tiene ancora il mercato del libro raro, usato e d’occasione.

Per informazioni: Pro Loco di Montereggio, tel. 347.8979544 – www.montereggio.it

 

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