L’Italia ha finalmente ratificato il Protocollo Trasporti della Convenzione delle Alpi. L’evento ha potuto contare su un’ampia maggioranza di voti alla Camera dei Deputati, ma ci sono voluti ben 12 anni di discussioni, polemiche e di lotta contro la durissima opposizione della lobby dell’autotrasporto. Il 17 ottobre è stata dunque una giornata importante, che consentirà di imboccare la strada del turismo sostenibile sulle Alpi e inaugurare una nuova politica dei trasporti, puntando anche al trasferimento delle merci dalla strada alle rotaie.
«L’Italia aveva già ratificato gli altri protocolli» spiega la Cipra, cioè la Commissione internazionale per la Protezione delle Alpi, «ma quello relativo ai trasporti, il più importante e strategico, era stato stralciato dalla legge di ratifica, rischiando seriamente di compromettere tutto il processo di attuazione della Convenzione. Il Protocollo relativo ai trasporti può essere considerato l’autentico pilastro della Convenzione, che prevede non solo l’impegno a non costruire nuove strade di grande comunicazione che attraversino le Alpi, ma anche misure innovative volte a migliorare l’efficienza dei trasporti ed a decongestionare un arco alpino soffocato dal traffico».
Si apre dunque uno spiraglio di speranza per il futuro dell’ambiente alpino. «Possiamo affermare che oggi si conclude una fase della storia istituzionale delle Alpi e se ne riapre subito una nuova» ha dichiarato il presidente di Cipra Italia, Oscar del Barba. Che ha poi aggiunto: «Partendo dalla novità odierna, auspichiamo che per le Alpi si possa disegnare un quadro strategico per la mobilità e i trasporti, nel contesto della “strategia macroregionale alpina” uno dei temi di lavoro approvati a settembre dalla Conferenza delle Parti di Poschiavo. Una strategia alpina per la mobilità, integrata nel quadro previsto dall’Unione Europea, sarebbe di grande utilità anche al nostro Paese, che ha finora affrontato il tema delle infrastrutture per la mobilità solo nella logica tradizionale d’investimento e di volano per l’economia, senza avere una strategia generale per la mobilità delle persone e delle merci».
Siamo dunque di fronte ad una svolta importante e dovuta. Rimaniamo in attesa di capire se e come verrà declinato l’auspicato cambiamento del sistema trasporti nell’ambiente alpino.