Con 272 sì, 153 no e 15 astenuti la camera ha definitivamente approvato la legge sull’Imu agricola, che introduce la tassazione dei terreni agricoli. E’ stato però scongiurato il rischio che l’economia della montagna, già tanto penalizzata, ricevesse un colpo decisivo dal nuovo balzello: nei comuni di montagna non pagherà nessuno, in quelli parzialmente di montagna saranno esentati gli agricoltori. Canta vittoria lo schieramento bipartisan dei politici che si sono battuti per modificare il testo originario. Ma la nuova legge, osteggiata dalle minoranze e anche da una parte dell’attuale maggioranza, sembra comunque assai pasticciata e di difficile applicazione.
A decidere se un comune è di montagna o parzialmente di montagna sono le tabelle Istat , che sono state recentemente riviste, ma contengono palesi incongruenze. Per esempio, secondo queste tabelle, i sette colli fanno di Roma un comune parzialmente di montagna, mentre comuni situati alla stessa altezza sul livello del mare ricevono trattamenti diversi da regione a regione. E gli effetti retroattivi della legge, che ne modifica una analoga del governo Monti poi rivista al ribasso dal governo Letta, promettono una pioggia di ricorsi e un bel po’ di grattacapi per chi dovrà farsi rimborsare somme versate in eccesso o dovrà versare tasse aggiuntive.