a cura di Salvo Gianì – Conclusioni, suggerimenti e consigli. I meccanismi esposti e le prove fatte ci permettono, in conclusione, di dare qualche suggerimento. Nell’acquisto di una corda la scelta deve essere orientata anzitutto su criteri di sicurezza. Particolare attenzione va quindi posta nel controllo dei dati tecnici dichiarati dai produttori (label di accompagnamento della corda); oltre alla forza di arresto (che dovrà essere inferiore ai 1200 daN) i parametri fondamentali sono il peso della corda che dovrà essere all’incirca 75-80 grammi al metro, e soprattutto la sua resistenza dinamica espressa come numero di cadute sopportate al Dodero, che dovrà essere di almeno 10-12 cadute. Una corda semplice scelta in conformità a queste indicazioni offre certamente ottime garanzie di sicurezza anche per un uso prolungato. Molto importante, ai fini della sicurezza, è la verifica dello “stato di salute” della nostra corda. Un attento e minuzioso controllo, mediante esame visivo e

tattile, deve essere effettuato sistematicamente – prima e dopo l’uso – per tutta la lunghezza della corda. Si consiglia al proposito, dopo ogni giornata, la compilazione di un diario su cui annotare il grado di usura della corda in termini di arrampicata, distinguendo tra metri effettivi di progressione e metri di calata a corda doppia o di arrampicata in falesia (moulinette). La compilazione del diario consentirà di avere sempre sotto controllo il numero dei metri effettuati e quindi di poter dedurre, grazie alla curva di Pit Schubert e facendo riferimento alle prestazione iniziali, lo stato di salute della propria corda (inteso come decadimento teorico delle sue prestazioni). La corda deve essere comunque immediatamente eliminata nel caso abbia subito danni dovuti a cause meccaniche (ad esempio caduta di sassi), oppure abbia sostenuto una caduta importante, o qualora la camicia si presenti seriamente danneggiata per abrasione (sfregamento sulla roccia o scorrimento in un freno) o denoti segni di notevole, apprezzabile usura. Particolare attenzione va posta anche nella conservazione della corda. Si raccomanda di riporla, dopo uso e verifica, nell’apposita sacca, avvolta a matassa, in ambiente buio, fresco, pulito e asciutto; va inoltre evitato accuratamente sia di lasciare la corda nel bagagliaio della proprio auto per tempi prolungati (d’estate la temperatura interna può superare i 60-70°), sia il possibile contatto con aggressivi chimici (acido delle batterie, solventi, ecc.). Buona regola è anche rimuovere la sporcizia mediante lavaggio con acqua fredda o appena tiepida, utilizzando un detersivo neutro e asciugando quindi la corda all’ombra e a temperatura ambiente. Infine un ultimo consiglio: i danni arrecati alla corda in seguito all’impiego in moulinette e/o ai piccoli voli tipici dell’arrampicata sportiva, quasi sempre sopportabili in falesia, potrebbero invece risultare fatali al primo volo serio in montagna. Massima attenzione quindi a non usare mai la stessa corda sia per l’arrampicata sportiva, sia per la pratica alpinistica in montagna.
Note. Il Dodero è l’apparecchiatura utilizzata per valutare certe prestazioni della corda e convenzionalmente determinarne, in base al numero delle cadute sostenute in condizioni controllate di temperatura (20°C) e di umidità relativa (65%), la resistenza dinamica. Per ottenere l’omologazione secondo le norme CEN, una corda semplice deve resistere senza rompersi ad almeno 5 cadute, producendo uno sforzo massimo alla prima caduta non superiore a 1200 daN. Il test è eseguito facendo cadere a intervalli regolari di 5 minuti, per un’altezza totale di 4.6 m, una massa di 80 chili legata all’estremità di uno spezzone di corda lungo 2.5 m; l’altra estremità dello spezzone è bloccata a un ancoraggio e passa attraverso un foro calibrato, di caratteristiche simili a quelle di un moschettone (punto di rinvio sul quale in genere avviene la rottura della corda), situato poco sopra l’ancoraggio stesso.