Cosa succederà alla 22a edizione dei Piolets d’or, dopo che il verdetto dello scorso anno (tutti vincitori ex aequo per i nominati) annullò di fatto l’idea di una classifica? Lo sapremo presto. La manifestazione si svolgerà dal 26 al 29 marzo, tra Courmayeur e Chamonix Al momento, in nomination ci sono cinque scalate: 3 portate a termine sull’Himalaya nepalese (di cui 2 sulla sud dell’Annapurna) , 2 nel Karakorum pakistano e una in Alaska. Ecco la lista.
1- Parete nord del Talung (7439 m, a meridione del Kangchenjunga), salita in prima assoluta dai cechi Zdenek Hrudy e Marek Holecek. Una scalata oggettivamente pericolosa, soprattutto nella prima parte, realizzata lo scorso mese di maggio con tre bivacchi in salita (a 5900, 6300 e 6700 m) e uno in discesa (a 6000 m). Va ricordatao che circa tre mesi più tardi, Hrudy è morto al all’Hidden Peak.
2- Parete sud ovest del Kunyang Chhish (7400 m, Pakistan), salita in prima assloluta da Simon Anthamatten con i fratelli Hansjörg e Matthias Auer. Via complessa e difficile, portata a termine dopo tre tentativi e tempo pessimo.
3 – Parete sud dell’Annapurna (8091 m), via nuova aperta dallo svizzero Ueli Steck, l’8 e 9 ottobre scorso, con una non stop di 28 ore trasalita e discesa. Una scalata a cui i media hanno dedicato ampio spazio.
4 – Mount Laurens (3052 m, in Alaska, a sud del Mount Foraker). È un’imponente cima ghiacciata da cui scende verso nord est uno sperone di 1400 m. Proprio sul versante nord est, prima salendo su mistso e poi lungo lo sperone nevoso, Mark Allen e Graham Zimmerman hanno tracciato un’importante via nuova.
5 – Parete sud dell’Annapurna (8091 m). Il 16 ottobre i francesi Stéphane Benoist e Yannick Graziani hanno risalito la prima parte della via dei Giapponesi, riuscendo a bivaccare al riparo dalle valanghe e dalle cadute di pietre. Poi, a causa del maltempo, hanno passato due giorni sotto la banda rocciosa, per attraversare quindi verso la via Beghin-Lafaille. Infine hanno ripreso l’itinerario aperto da Ueli Steck pochi giorni prima e sono arrivati sulla vetta il 24 ottobre. Deciamente difficile e complicata la discesa, per via dell’infezione polmonare che ha copito Benoist. La Giuria ha assegnato alla scalata la menzione speciale «per lo spirito di cordata che ha animato l’impresa».
Sarà difficile, al solito, scegliere l’ascensione da incoronare con il piolet d’or, anche se quest’anno l’omogeneità delle ascensioni è forse maggiore dell’edizione passata. Al momento, comunque, l’unico premi certo è quello alla carriera, che verrà assegnato all’alpinista statunitense John Roskelley, classe 1948, autore di grandi imprese nei decenni scorsi sul Nanda Devi, sul K2, sul Makalu e sulla Grande Torre di Trango, sul K2.
Nel dei giudici ci sono nomi importanti: lo statunitense George Lowe, leader del team giudicante,classe 1944, fortissimo arrampicatore e alpinista; la francese Catherine Destivelle; il kazako Denis Urubko; il coreano Lim Sung Muk, giornalista e alpinista himalayano; Karin Steinbach, una giornalista specializzata di Monaco di Baviera he vive e lavora in svizzera; e poi il climber-scrittore Erri De Luca.
Va ricordato che iets d’or guardano soprattutto allo stile con cui vengono portate a termine le scalate («Lo stile deve prevalere sul raggiungimento della meta») e vogliono valorizzare la ricerca e l’apertura di nuovi itinerari, con la massima economia di mezzi, il massimo profitto dell’esperienza, il rispetto dell’uomo e della natura.