Donald Trump permettendo, Hillary Rhodam Clinton potrebbe essere la prima donna a diventare presidente degli Stati Uniti. Ha ottenuto la nomination del partito democratico dopo aver sconfitto alle primarie il rivale Bernie Sanders, e ora potrà dedicare tutte le sue energie, peraltro notevoli, a una campagna elettorale che non si preannuncia facile. Secondo gli ultimi sondaggi Trump le è molto vicino, e nei prossimi mesi dovremo aspettarci dai due avversari una guerra senza esclusione di colpi.
Dal campo repubblicano qualcuno forse ritirerà fuori una vecchia e mai chiarita storia sul nome di Hillary. Che è piuttosto insolito, perché in inglese si preferisce scrivere il nome nella versione con una “l” sola.
Nel 1995 Hillary era la moglie del presidente Bill Clinton. Nel corso di un viaggio in Nepal incontrò all’aeroporto di Katmandu Sir Edmund Hillary, l’uomo che aveva salito per la prima volta l’Everest con lo sherpa Tenzing Norgay. Vi fu una cordiale stretta di mano, e più tardi Hillary disse che sua madre Dorothy aveva voluto chiamarla Hillary in onore dello scalatore neozelandese, di cui era una grande ammiratrice. Un accenno alla cosa compare anche nella biografia ufficiale di Bill Clinton.
Purtroppo per i Clinton, però, il calendario dimostra che le cose non potevano essere andate così. La prima salita dell’Everest avvenne nel 1953, sei anni dopo la nascita di Hillary. E nel 1947 Edmund Hillary era un mite apicoltore neozelandese appassionato di montagna, che non aveva al suo attivo nessuna scalata tanto importante da meritare una citazione sulla stampa internazionale. Come avrebbe potuto la casalinga americana Dorothy Rhodam leggere un articolo su di lui e restare affascinata dal nome?
Per essere certi deI fatto loro, alcuni solerti giornalisti investigativi americani spulciarono tutta la stampa specializzata dell’epoca, e alla fine emisero il verdetto: non c’erano articoli, Hillary Clinton non aveva detto la verità, o più semplicemente aveva commesso una leggerezza, fidandosi di quello che le aveva raccontato la madre. Molte famiglie hanno nella loro storia qualche leggenda. Ma quella dei Clinton non era e non è una famiglia normale.
1 comment
A proposito di donne che dite delle due sindache di Torino e Roma? Speriamo sia un cambiamento del modo di fare politica, senza calci e gomitate. Io lo auspico, parlando della mia esperienza personale, dal 1773. Auguri alle donne in politica, non al traino, però né di Grillo, né di Berlusconi, né di Renzi. Vedrò qualcosa di nuovo sotto il sole stantio d’Italia?