Funziona da due anni, la stazione automatica di rilevamento sul ghiacciaio del Ciardoney in alta val Soana, nel cuore del parco del Gran Paradiso. E i dati in tempo reale che ogni giorno mette a disposizione dei visitatori di Nimbus, il portale della società meteorologica italiana,(www.nimbus.it/moncalieri/ciardoney/ciardoney.asp) raccontano l’amara verità del riscaldamento globale, visto da uno degli angoli più suggestivi e selvaggi delle nostre montagne. Questa mattina, a 2850 metri di quota, c’erano 11,4 gradi. La minima, registrata alle 5, era di poco superiore ai 5 gradi, e nei prossimi giorni si prevedono soltanto variazioni verso l’alto. Ma sono le serie storiche a preoccupare di più: nonostante le grandi piogge di aprile e di maggio, che in quota erano neve, per il Ciardoney il 2012 è stato un anno di scarso accumulo: 290 centimetri al colle, 130 nella zona frontale. Il quinto peggiore anno dall’inizio delle misurazioni. Troppo poco per compensare la fusione estiva, e questo significa che a settembre, quando Luca Mercalli e i suoi collaboratori saliranno in elicottero al ghiacciaio per completare le misurazioni, dovranno prendere atto che il Ciardoney si è ulteriormente ridotto. E come lui si stanno riducendo quasi tutti i ghiacciai alpini, con alcune eccezioni dovute alla particolarità delle condizioni climatiche locali. Un fenomeno globale che per il momento sembra interessare soltanto agli scienziati e agli appassionati della montagna, ma ha conseguenze pesanti su tutti noi: meno ghiaccio in quota significa meno acqua per la pianura. Acqua preziosa perché immagazzinata in modo naturale, e rilasciata con la necessaria gradualità.
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