di Meo De Zio – Nel 2013 in Italia sono stati emessi 88 francobolli del valore facciale complessivo di 77,20 Euro. Di questi, solo due sono stati dedicati in modo specifico alla montagna. Il primo è il francobollo celebrativo del Club Alpino Italiano nel 150° anniversario della fondazione, che abbiamo scelto come immagine in evidenza del nostro articolo: la vignetta riproduce un manifesto d’epoca del Club Alpino Italiano, dove un alpinista osserva un paesaggio con un cannocchiale. In alto si osserva lo stemma del CAI. Il secondo è dedicato ai campionati del mondo di sci nordico in Val di Fiemme. Ma ci sono altri francobolli che possono essere associati alle terre alte. Eccone alcuni esempi: il Sacro Eremo di Camaldoli, il parco nazionale delle Cinque Terre, la Fortezza di San Leo in Emilia Romagna, il panorama di Scanno in Abruzzo. E perfino Tropea, con le sue case arroccate sul dirupo, può essere in qualche modo associata a una idea di montagna.
Ma come si è arrivati ai francobolli? Il primo della storia è il “one penny”, detto anche “penny black” per via dello sfondo. Raffigurava la regina Vittoria, e lo si deve alla riforma postale attuata da Rowland Hill, insegnante e uomo politico inglese nel 1840.
Prima del 1840 la tassa per la consegna della corrispondenza era pagata dal destinatario che però poteva rifiutare la missiva e quindi il pagamento del tributo. La riforma postale risolse il problema imponendo il pagamento della tassa al mittente e quindi il francobollo, composto dall’unione delle due parole franco (senza tassa) e bollo (sigillo d’autorità), assunse il significato di certificato di tassa già pagata, di conseguenza la consegna divenne gratuita per il destinatario. Ben presto si sviluppò anche il fenomeno del collezionismo tanto che fu coniato il termine “filatelia” dal greco filos (amante) e atelia (franchigia). Pertanto, potremmo definire i collezionisti come “gli amanti dell’assenza della tassa per il recapito della corrispondenza”.
Le caratteristiche del francobollo sono ben note a tutti gli appassionati del genere. Ma non è male riassumerle per i neofiti.
La forma generalmente è quadrangolare, ma esistono anche esemplari triangolari, a cuore, o simili a frutta. La vignetta è la parte illustrata del francobollo. Il valore facciale è il valore nominale del francobollo espresso nella moneta corrente dello stato emittente, inserito nella vignetta. La marginatura è lo spazio delimitato dal bordo della vignetta e dal limite fisico del francobollo. I francobolli vengono stampati in fogli. La dentellatura, eseguita da una macchina perforatrice, consente un’agevole separazione degli esemplari stampati sullo stesso foglio. Il “passo” della dentellatura è la distanza tra un dente e l’altro, e viene misurato con uno strumento detto odontometro. Importante è anche la carta, che è il supporto usato per la stampa, e può variare tra le varie emissioni di uno stesso francobollo. Esistono anche supporti particolari, come la carta mista a fili di seta, la carta fluorescente o la stoffa. La filigrana è usata per impedire la contraffazione. E’ un disegno ottenuto attraverso la variazione dello spessore della carta, visibile in controluce. Oggi è in disuso perché sostituito da metodi tecnologicamente più efficaci. Lo strato di gomma sul retro del francobollo serve ovviamente perché, inumidito, consente di attaccarlo all’oggetto da spedire. E infine c’è l’emissione, il momento della commercializzazione del francobollo, indicato dalla data.
In genere le emissioni di francobolli appartengono a tipi diversi. Ce ne sono di ordinari, commemorativi, celebrativi, o per impieghi particolari come i pacchi, la posta espressa, quella aerea. Tutti vengono classificati in base alle serie tematiche: folclore, istituzioni, sport, turismo, musica, uomini illustri, e via elencando, per la gioia dei collezionisti di tutto il mondo.