Trivelle per il petrolio anche sulle Alpi? Secondo la CIPRA potrebbero presto iniziare le trivellazioni per l’estrazione del gas di scisto intorno ai grandi laghi prealpini, nei pressi di Costanza e di Ginevra. Il nocciolo del problema sta nelle modalità di estrazione. Verrebbe infatti utilizzato il fracking. Una tecnica che funziona così: una miscela di acqua, sabbia e prodotti chimici viene immessa sotto pressione nel foro di trivellazione, provocando fratture nel terreno roccioso e consentendo il recupero del gas di scisto dalle profondità degli strati rocciosi.
In alcuni paesi europei, come in Francia, il fracking è vietato (anche se lo scorso anno sono state ugualmente rilasciate 61 autorizzazioni per trivellazioni esplorative alla ricerca di gas di scisto); in alti non esistono ancora norme adeguate a disciplinare l’estrazione. In Baviera è appena stata rinviata la votazione di un disegno di legge per timore di contaminazioni del Lago di Costanza: se approvata, la proposta non porrebbe infatti limitazioni all’uso di prodotti chimici nemmeno nei bacini imbriferi da cui viene ricavata l’acqua potabile. In Slovenia, dove la tecnica in questione è consentita, sono già state effettuate trivellazioni di ricerca vicino a Maribor nel 2011 e nel 2012. In Svizzera la materia non è ancora stata disciplinata a livello cantonale, e la SEAG, la Società anonima per il petrolio svizzero, sta cercando di ottenere le autorizzazioni per far entrare in azione le trivelle in tre zone del territorio orientale della Confederazione. Alla fine del 2012, sulle sponde del Lago di Ginevra sono state infatti condotte trivellazioni in profondità per cercare gas al di sotto del lago, la società di estrazione ha parlato di “ritrovamenti sostanziali” per il Paese.
La questione del fracking è al momento oggetto di forti polemiche quasi ovunque. In diversi Stai alpini sono in corso discussioni sulla compatibilità e l’efficienza della tecnica di estrazione del gas. Da parte loro, Vorarlberg e Baviera temono che vengano immessi nel sottosuolo prodotti chimici anche nella regione del Lago di Costanza, con un forte rischio per tutti, perché il lago è la più grande riserva d’acqua potabile d’Europa e rifornisce cinque milioni di persone. La Commissione ambiente del Parlamento europeo ha lamentato la mancanza di dati sufficienti per calcolare i rischi su salute e ambiente derivanti dalla tecnica del fracking e ha spiegato che i progetti in questione non sono di solito soggetti alla valutazione di impatto ambientale. I deputati hanno esortato la Commissione UE e gli Stati membri ad approfondire anche la vicenda delle emissioni di gas serra derivanti dall’intero processo di estrazione e trattamento.
Fonte e informazioni: www.europarl.europa.eu/sides/getDoc http://klimaschutz-netz.de/index.php www.format.at/articles/1320/936/358285 www.tvidea.si/novice/ogled/3820