Fiori di luglio

di Elisa de Marchi. Il desiderio di avventura  può spingere alcuni di noi cittadini a sorvolare continenti e oceani per spogliarci, almeno per un momento,  della fatica del vivere in ambienti sovraffollati e stressanti. In alternativa possiamo dedicarci  alla lettura ripercorrendo le più grandi imprese dell’esplorazione e dell’alpinismo. Ma  anche una valle molto vicina a casa più aiutarci a riscoprire la nostra realtà con sentimenti nuovi e un po’ di meraviglia.

Gli umili fiori di luglio nella verdissima distesa di un prato a duemila metri in Val di Susa, per esempio. Sapete quante varietà potete incontrare in poco più di due ore di marcia? Io ne ho contate almeno quaranta, semplicemente osservando ai lati del sentiero. La località è il vallone del Rio Gerardo, nel parco dell’Orsiera Rocciavrè, un vero paradiso della natura. Prendete di buon mattino, per camminare al fresco, l’autostrada Torino Bardonecchia. Uscite al casello di Bussoleno Chianocco e raggiungete la frazione San Giorio. Da qui seguite le indicazioni per Città. Poco prima del centro abitato, in località Cortavetto potete lasciare l’auto e proseguire a piedi. Troverete a destra l’indicazione per il rifugio Amprimo. Il sentiero 513, all’inizio in piacevole discesa, costeggia un laghetto, il Paradiso delle Rane, con un punto di ristoro e un campeggio. Proseguendo, in 30-45 minuti, raggiungete Pian Cervetto, dove sorge il rifugio Amprimo, 1385 metri. Superato il rifugio seguite sulla sinistra il sentiero 510, che in poco più di un’ora e mezza porta ai 1710 metri del rifugio Toesca, aperto ogni giorno nei mesi di luglio e agosto. Durante il percorso incontrerete l’alpeggio Balmetta inferiore, che lascerete sulla vostra destra per affrontare il pascolo in salita ed entrare poi in un ripido lariceto. Alcuni tornanti vi porteranno rapidamente al rifugio, che sorge dove il bosco cede il passo ai prati attraversati dal Rio Gerardo.

I più avventurosi possono proseguire verso il fondo del vallone, dove sorge la Bergeria del Balmerotto, a 2120 metri, che è il punto di partenza per salite più impegnative: il Colle del Sabbione, il Colle e la Punta del Villano, la Punta Pian Paris, la Punta Rocca Nera, tutte oltre i 2500 metri.

Per chi invece desidera riposare, la conca dopo il rifugio offre diverse zone pianeggianti con rocce piatte, ideali per stendersi a contemplare la bella vista sulla balconata dei monti che chiude la valle. Dal lato opposto, alto sulla verde distesa del fondo valle compare maestoso il Rocciamelone. Ma non dimenticate di guardare ai vostri piedi. E’ continua la comparsa di nuovi colori, perché salendo si scoprono nuove varietà. Forse di alcune conoscerete il nome: ranuncoli, viole, timo serpillo, genziane, nigritelle, orchidee, nontiscordardime, rododendri e cuscinetti di silene. La maggior parte, però, si limita ad attirare il vostro sguardo e umilmente vi tiene compagnia senza chiedervi nulla di più.

 

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