Digital divide in Piemonte

OLYMPUS DIGITAL CAMERALa tv digitale terrestre, come l’Uncem Piemonte sostiene dal 2009,  ha davvero  aumentato il divario digitale nelle aree urbane e le aree rurali e montane piemontesi. Lo confermano recenti inchieste giornalistiche che  hanno evidenziato enormi “buchi” del segnale digitale terrestre in montagna. Nel maggio 2009 le Comunità Montane avevano lanciato l’allarme: «I nostri territori potrebbero avere difficoltà nell’affrontare il assaggio dalla televisione analogica al digitale terrestre» dicevano. E infatti le cose sono andate proprio così. Tuttavia in molte aree, i ripetitori pagati, gestiti e presidiati dalle Comunità montane, sono riusciti a garantire la copertura del segnale. La Regione Piemonte in passato è anche intervenuta stanziando risorse per l’adeguamento dei ripetitori. Ma negli ultimi due anni le politiche per il superamento del digital divide – riguardanti sia internet sia tv – si sono affievolite. Fino all’iniziativa del Corecom, che nei mesi scorsi ha lanciato una mappatura del territorio per verificare copertura e qualità del servizio. In un recentissimo comunicato stampa, l’Uncem Piemonte ha dichiarato che «dalle Alpi del Mare alle Valli di Lanzo, dalle Valli Cervo, Elvo, Mosso sino alla Val Varaita, i problemi sono gli stessi: canali Rai “cubettosi” e difficilmente sintonizzabili, decoder che impazziscono regolarmente due o tre volte a settimana, tv appena acquistate che restano spente» .

La stessa Uncem ha anche presentato alla Regione Piemonte un progetto per garantire innovazione e politiche “smart” anche nelle aree montane. Il primo passo da fare dovrebbe essere la completa copertura del digitale terrestre. Il secondo dovrebbe poter garantire il completamento della rete a banda larga per internet ad alta velocità in tutte le vallate. Inoltre, sarebbe importante aprire alle nuove tecnologie, come al collegamento tra satellite e internet. «Sono temi che dovranno vedere impegnate le nuove Unioni di comuni montani» spiega il comunicato Uncem. Che nello specifico sostiene: «Serve la garanzia di risorse, che può venire solo da politiche nazionali (sull’Agenda digitale, ad esempio) e regionali mirate. Un buon riferimento per proseguire in questa direzione è il programma Wi-Pie che aveva portato a una notevole riduzione del divario digitale nelle vallate. Deve essere rifinanziato. Le nuove Unioni montane devono potersi occupare, con competenze dirette e risorse, dei ripetitori per la tv posti in aree che difficilmente il servizio pubblico e le imprese del settore sono in grado di raggiungere». Ultimo punto, il supporto per gli operatori. Il digitale terrestre (oltre ai cali di fatturati pubblicitari nella crisi generale del sistema dei media) avrebbe compromesso molte aziende che assicuravano canali televisivi con trasmissioni e informazione locale. «Allo sviluppo di web tv (come AlpChannel e OrsoTV) per unire le aree montane delle Alpi» dice l’Uncem, «non si può non associare una politica di sostegno per le imprese del settore radiotelevisivo, che generano posti di lavoro diretti e nell’indotto. Politiche confermate recentemente dall’assessore regionale al Lavoro e dal Consiglio regionale, ai quali Uncem Piemonte dà pieno sostegno e apporto in ulteriori progetti».

 

 

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