È in corso la sessantaduesima del Trento Film Festival. Leonardo Bizzaro, nostro amico e collaboratore, ci ha inviato le sue impressioni su uno dei film a suo parere più belli della rassegna cinematografica.
di Leonardo Bizzaro – Vedi i titoli di testa da film di supereroi e temi subito il peggio. Il logo RedBull aggiunge del suo, per noi amanti del Pinot nero. E invece si accende lo schermo, scorrono le prime immagini ventose dell’“urlo di pietra” e capisci che potrebbe non essere un film come gli altri. Cerro Torre – A Snowball’s Chance in Hell (la possibilità di cavarsela di una palla di neve all’inferno non è così alta, in effetti), diretto da Thomas Dirnhofer e passato quasi in anteprima sullo schermo del sessantaduesimo Trento Filmfestival martedì 29 aprile, è una perla preziosa nel programma peraltro di alto livello della rassegna, grazie all’impegno certosino di Sergio Fant. Una perla preziosa che racconta prima i due tentativi di David Lama, dal 2010, di salire “rotpunkt” la famigerata via del compressore di Cesare Maestri e infine la soluzione, eseguita magnificamente, di un problema affrontato da molti. Ma nel farlo, il film ripercorre per l’ennesima volta le vicende contorte del Cerro Torre: Maestri ed Egger, Maestri-Claus-Alimonta con il compressore, Casimiro Ferrari e i suoi Ragni di Lecco, il grande vecchio Jim Bridwell e via andare.
Il risultato, come la salita di Lama, è perfettamente riuscito. Grazie alla personalità del ventitreenne austriaco, intanto, che si avvicina dapprima alla montagna con l’irruenza del giovane arrampicatore sportivo e nel giro di un centinaio di minuti – e tre anni di ritorni in Patagonia – trova il rispetto dell’alpinista maturo. E tutto quel che c’è stato prima ritrova un suo senso, nonostante due giorni prima di attaccare la parete, Kruk e Hayden pensino bene di svellere i chiodi a pressione di Maestri dalla roccia. Un sonoro “chi se ne frega” di Lama al loro indirizzo, quando lo svegliano al mattino per dirglielo, è l’unico commento. Ma anche la ricostruzione dell’oltre mezzo secolo di storia precedente è un documento di alto livello, le immagini rare recuperate in mezzo mondo, Bridwell in un prato sotto il Capitan a commentare lo svolgersi dell’azione. E l’impresa, perché quella è stata, della troupe che sale a sua volta con altri quattro operatori in vetta.
Da non perdere, quando passerà altrove, o uscirà in dvd. Un peccato però non ascoltare anche Lama dal vivo, che a Trento s’è fatto voler bene da una sala strapiena di 450 spettatori, ha risposto con educazione e il sorriso sulle labbra a qualsiasi domanda – perfino a quella di una signora che gli ha chiesto da chi aveva preso il suo invidiabile carattere, se dalla mamma infermiera svizzera o dal babbo guida alpina nepalese: «Both», ha replicato David illuminandosi – si è candidato a un sicuro premio al Filmfestival. Se così non è, sarà un’occasione perduta.
Per ora godetevi il trailer su youtube a questo indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=weFL5x-KvfM