
di Margherita Griglio – Da oggi Paraloup, borgata del comune di Rittana in Valle Stura (provincia di Cuneo), torna ad essere un luogo vivo, quotidiano. È stato infatti inaugurato un rifugio che può ospitare 15 persone, con ristorante e bar, all’interno delle vecchie baite acquistate a partire dal 2005 e poi poco a poco restaurate in modo davvero originale dalla Fondazione Nuto Revelli di Cuneo. Perché lassù, a 1360 metri d’altitudine, nacque la prima formazione partigiana – “Italia libera” di Giustizia e Libertà – all’indomani della dichiarazione d’armistizio dell’8 settembre 1943. Da Cuneo salirono alla borgata Duccio Galimberti, Dante Livio Bianco, Dino Giacosa, Leo Scamuzzi; e poco dopo, reduce dal dramma della campagna di Ruissia, arrivò anche Nuto Revelli che tra queste baite scrisse la nota ballata “la badoglieide”.
Nuto rimase sempre molto legato a quel gruppo di vecchie case e nel suo celebre libro-ricerca Il mondo dei vinti intervistò diversi montanari della zona costretti all’emigrazione per sopravvivere. Così dopo la sua scomparsa, avvenuta nel 2004, la fondazione che lo ricorda e che è presieduta dal figlio, il sociologo Marco Revelli, decise di lavorare su Paraloup per farne un centro della memoria, della Resistenza e della montagna: dopo l’acquisto delle case diroccate e il loro particolare restauro curato da un team di architetti, sono state inaugurate le prime baite (che a Nuto ricordavano le isbe della Russia) destinate a ospitare mostre e incontri, arrivando infine all’inaugurazione di oggi. «Possiamo accogliere amici, appassionati e visitatori con una sobria accoglienza montanara e partigiana» ha detto Marco Revelli, «Paraloup vuole essere un villaggio libero». Fino a ottobre saranno aperti il rifugio e il ristorante, la cui cucina è curata da studenti dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Per informazioni dettagliate: www.paraloup.it