Corde con l’anima

Ed ecco una nuova serie di articoli tecnici. Stavolta parliamo di corde. Quelle da alpinismo e da arrampicata. E cercheremo di risolvere l’annoso quesito che da sempre si pongono gli utenti: quanto durano le corde? E dopo quanto tempo occorre sostituirle in maniera tassativa? In questa prima puntata ci occupiamo degli effetti ambientali; nella prossima, dell’usura.

di Salvo Gianì –  L’analisi sul decadimento delle prestazioni dinamiche delle corde, causato da effetti ambientali e/o da effetti d’usura, è assai più complessa di quanta possa sembrare e richiederebbe di essere affrontata con mezzi di ricerca ben superiori a quelli sino ad ora impiegati. Per approfondire la conoscenza del fenomeno, la Commissione Materiali e Tecniche (Cmt), ora Centro Studi del Cai,

La camicia, decisamente usurata, di una corda da arrampicata.
La camicia, decisamente usurata, di una corda da arrampicata.

ha programmato una sperimentazione a largo respiro sia a livello di laboratorio, sia sul campo, in montagna e in falesia.
Intanto, cominciamo con il dire che, per ciò che riguarda le corde, è improprio parlare di invecchiamento: bisogna invece ragionare esclusivamente sul concetto di usura (logorio).Tenuta nel cassetto, contrariamente a quanto si possa pensare, una corda non invecchia, nel senso che la sua resistenza originaria non si riduce. Ciò è stato dimostrato da prove nel corso delle quali sono state verificate le prestazioni dinamiche di alcune corde tenute in casa, senza usarle, per oltre 15 anni. I risultati dei test (forza d’arresto, numero di cadute, ecc.) hanno fatto registrare valori perfettamente in linea con quelli dichiarati dalla casa costruttrice. Ciò è stato confermato dai maggiori produttori di corde. Ma vediamo, uno per uno, i fattori che contribuiscono ad indebolire una corda da montagna.

Effetti ambientali:
il decadimento delle proprietà fisico-meccaniche dei filamenti di nylon che costituiscono le moderne corde da alpinismo, causato sia dall’esposizione ai raggi UV (effetto luce solare), sia da imbibizione di acqua (effetto acqua/ghiacci) merita una trattazione a parte.
Altri agenti atmosferici naturali potrebbero pure essere chiamati in causa come possibili responsabili del deterioramento delle prestazioni di una corda. Gran parte della materia è già stata studiata dagli stessi ricercatori che si sono occupati dell’azione della radiazione UV; le prove eseguite hanno dimostrato che gli effetti del contatto di aria e ossidanti con la fibra, del calore (sempre nel limite ragionevole di temperature raggiunte naturalmente), dell’umidità dell’aria e degli inquinanti presenti nell’aria sotto forma di gas sono trascurabili rispetto a quelli della luce solare sul nylon. I pigmenti e gli additivi, usati dai costruttori per ridurre l’effetto UV, sono inoltre stabilizzanti non solo nei confronti di questa radiazione, ma anche nei confronti di questi altri agenti atmosferici.
Per quanto riguarda i danni derivanti da agenti non naturali e naturali sarebbe assai difficile dare una risposta di validità generale. Evidenziamo solo che agenti non naturali, potenzialmente in grado di provocare effetti disastrosi o in ogni caso difficilmente prevedibili sulle corde, sono rappresentati da: solventi chimici, acidi, esteri, ammidi, soluzioni saline, prodotti petroliferi (benzine, gasolio, combustibili liquidi, idrocarburi, ecc.), adesivi e colle, agenti biologici (funghi, muffe). È evidente come sia difficilmente

Particolare, fortemente ingrandito, della camicia di una corda usata
Particolare, fortemente ingrandito, della camicia di una corda usata

quantificabile questo tipo di deterioramento, i cui effetti sono tuttavia evitabili mediante un attento uso e una buona, doverosa, conservazione della corda. Si richiama solo l’attenzione al fatto che solventi chimici sono normalmente contenuti in colle, pennarelli, detergenti e similari; è pertanto da evitare l’abitudine, per segnare la metà della corda, di utilizzare prodotti (pennarelli, nastro adesivo, ecc.) che non siano perfettamente compatibili con la particolare natura polimerica dei fili (nello specifico: la poliammide 6, o nylon-6).
Riguardo agli agenti naturali sappiamo come la corda sia in grado di assorbire una notevole quantità di sporcizia sotto forma di cristalli presenti nel terreno e nell’acqua. Ancora una volta, però, quest’effetto da solo difficilmente può spiegare il deterioramento delle corde, in quanto la sporcizia si accumula solo sulla calza, e la sua diffusione in profondità è quasi nulla in assenza di stress meccanico. (Continua nella prossima puntata)

 

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