Al lupo! Si’ ma quale?

Al lupo, al lupo! Ma di che lupo parliamo? Perché c’è il lupo autentico, il Canis lupus, e poi ci sono gli animali, nati dall’ibridazione del lupo con i cani domestici. E infine vanno citati i cani randagi.

 

lupo-300x225 Il lupo appartiene alla famiglia dei Canidi. Le sue dimensioni variano tra lunghezza tra i 110 e i 150 cm in altezza, e tra i 60 e gli 85 cm in altezza. Il lupo è un animale che vive al massimo 10 anni in libertà e 17 in cattività. Ha fronte ampia, mandibole robuste, occhi chiari con taglio leggermente obliquo, una mascherina facciale bianco-crema, e orecchie più lunghe che larghe, quasi sempre in posizione eretta. Carnivoro, il lupo appartiene al genere dei superpredatori e ha una complessa vita sociale di branco. In Italia la composizione media di un branco è di quattro – sei individui, ma può oscillare tra i due e i sette animali. Secondo stime ufficiali, oggi il numero dei lupi presenti sul territorio nazionale viaggia tra i 600 e i 1000 esemplari.

Come si sa, il ritorno del lupo nel nostro Paese ha portato con sé alcuni problemi di convivenza con le attività umane. Nonostante l’apparato normativo (in 14 regioni italiane vigono leggi di indennizzo dei danni causati dal lupo), la coesistenza tra lupo e le attività di allevamento ovine e caprine continua a porre problemi, e spesso il predatore è vittima di azioni di bracconaggio messe in atto da allevatori esasperati. Ma è anche vero che la colpa dei danni al bestiame dovuti ai predatori (cani randagi, ibridi o lupi) finiscono per ricadere sempre e solo sul lupo. In realtà bisognerebbe tener conto che l’aumento del numero di incroci tra lupi e cani domestici (spesso abbandonati o non gestiti in maniera opportuna) sta favorendo la proliferazione di esemplari ibridi, animali con caratteristiche morfologiche riconoscibili solo da esperti e con le tecniche genetiche più recenti, che oltretutto costituiscono un danno per l’identità genetica del Canis lupus. Fototrappole e analisi del Dna hanno dimostrato che oggi esistono decine di branchi misti. La colpa? La diffusione del randagismo. Attualmente non esistono stime sul numero dei randagi. In Italia.

Rispetto alla situazione dell’Appennino centro-meridionale, Ivan Maraviglia,  medico sanitario e attivista Wwf del Sannio, di recente ha dichiarato: «Nei nostri territori montani, spesso la predazione degli animali domestici non dipende dal lupo – anche tenuto conto dell’esiguo numero di soggetti presenti sul territorio nazionale –, ma sempre più spesso dipende da esemplari nati dall’ibridazione del lupo appenninico con il cane domestico. Questi ibridi rappresentano una minaccia per l’identità genetica di questa specie protetta e per tutte quelle attività zootecniche del territorio rurale, che si devono confrontare con un nuovo tipo di predatore che, a differenza del lupo, non teme l’uomo e i suoi sistemi di difesa».

L’ibridazione, dicono infatti gli esperti, non è solo un problema scientifico ma anche comportamentale, e i nuovi predatori potrebbero diventare persino più pericolosi, perché non hanno la diffidenza del lupo e hanno poche remore ad avvicinarsi ai centri abitati. Ma come può essere contrastato il problema?LUpi

Luigi Boitani, il più accreditato studioso del lupo in Italia, alcuni mesi fa ha dichiarato in un’intervista a Gaianews.it: «Da sempre quando si parla di lupo si parla di bracconaggio. Si tratta di una reazione violenta diffusa in molte parte d’Italia, connessa alla volontà di eliminare questi animali che danno fastidio. Per esempio si riscontra ancora un aumento di bocconi avvelenati sparsi in tutta la penisola, che vanno a colpire non solo i lupi, ma anche uccelli, volpi e altri animali». Dunque, bisognerà pensare alla rimozione degli ibridi con altri sistemi. Tenendo conto però che un ibrido può essere cane o lupo in diverse percentuali, e quindi bisognerà capire a quale delle due specie si avvicina di più. Al momento, comunque, Il lupo è protetto da normative europee, e per la legge italiana è una specie particolarmente protetta.

 

 

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