
1786: sulle Alpi, con la prima scalata del Monte Bianco, nasce l’alpinismo. E sull’Himalaya? La prima vera scalata data 1883. Fu portata a termine, stando alle parole del suo autore, il britannico William Woodman Graham (classe 1859), «più per sport e avventura che per il progresso della scienza». Per quell’avventura di centotrent’anni fa, in realtà, conviene parlare di una vera e propria campagna di ascensioni. Per prima cosa, in compagnia della guida svizzera Joseg Imboden, Graham salì una cima sconosciuta di circa 6000 metri nella regione del Kangchenjunga. Poi, assieme ad altre due guide elvetiche (nel frattempo Imboden aveva dato forfait per malattia) cercò di arrivare ai piedi del Nanda Devi. Non ci riuscì, anche se il britannico aveva ingaggiato due professionisti di rango, Ulrich Kaufmann ed Emil Boss, che solo qualche mese prima avevano scalato il Mount Cook in Nuova Zelanda. A quel punto la cordata decise di tentare la vetta del Dunagiri (7066 m), ma fu costretta a fare dietro-front a quota 6900. Senza darsi per vinti, gli scalatori attaccarono un’altra montagna nelle immediate vicinanze, riuscendo a raggiungerne la vetta. Secondo Graham si trattava nientemeno che del Changabang (6864 m). Ma era una bufala, dovuta all’imprecisione delle carte a disposizione del gruppo. Il Changabang sarà infatti salito in prima ascensione solo molti anni più tardi, nel 1974, da una spedizione anglo-indiana capeggiata dall’inglese Chris Bonington e dal colonnello indiano Balwant Sandhu.