Siria, 2012. Segnavia, non di montagna ma di terra di grande storia. Homs e Hama sono due punte di spillo nella carta geografica siriana, conficcate lungo la principale strada statale che attraversa la Valle dell’Oronte e congiunge Damasco ad Aleppo. A ovest, la catena dell’Antilibano declina dolcemente, a est si apre la via del deserto che conduce a Palmira.
È da questo crocevia di cultura, commerci e conquiste che le notizie del martirio siriano ci arrivano in tempo reale. Ma qui violenza, distruzione e continue rinascite hanno storia millenaria: Kadesh, luogo di memorabile battaglia nel XIII secolo a.C. tra Ittiti ed Egizi, e il Krak dei Cavalieri, postazione difensiva importante ben prima della conquista da parte dei Crociati, tanto per citare due pezzi di storia importanti.
Lungo la strada che porta ad Aleppo, intensamente trafficata, grandi distese di ulivi, accampamenti di beduini nomadi che vengono per la raccolta delle olive, pastori, greggi di pecore e, altrettanto estesi, pistacchieti. Di questo frutto rosso annunciato da un fiore bianco sono carichi gli alberi e la raccolta, che di solito inizia a luglio, si protrae a volte sino a novembre. Ma gli alberi non vengono spogliati del tutto, qualche pistacchio viene sempre lasciato per chi passa.
Anche questo è un segnavia tra le pieghe di una terra di insospettata gentilezza.
«Alleggerisci il passo tu che cammini, questa terra non è altro che sentiero dei nostri avi». L’invito ha parole di poesia. Come il saluto all’inizio del giorno: «Iesed sabahkon, che il Signore renda felice la vostra mattinata».
Maria Rosa Fabbrini è storica, specializzata in metodologia della ricerca. La sua ultima pubblicazione è I Valdesi e l’Unità d’Italia, Priuli & Verlucca, Ivrea 2011.